Domenica 12 giugno, dalle ore 7:00 alle ore 23:00 si vota per i cinque referendum sulla giustizia, tema molto legato al mondo del carcere.
Di seguito l’appello e le motivazioni del voto del Garante campano delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale Samuele Ciambriello:
“Voterò in modo convinto sì. Ormai è un conto alla rovescia: manca sempre meno al giorno in cui, ognuno di noi, dovrà andare ad esprimere il suo voto sui cinque referendum della giustizia.
“Non andrò a votare” è ciò che sto sentendo maggiormente. Che errore madornale non recarsi alle urne: il voto è un diritto e dovere sacrosanto. Qualcosa di irrinunciabile e non derogabile a niente.
Per questo, io andrò nella cabina elettorale e scriverò SÌ sui cinque quesiti.
Siamo chiamati ad esprimerci su una materia seria. E se è vero che la voce del popolo, espressa attraverso un referendum, possa restare inascoltata, è altrettanto vero che quella voce può rappresentare un segnale importante per chi, in Senato, dovrà votare per la riforma Cartabia.
La politica non può rimanere inerme davanti al grande tema del carcere: bisogna urlare a gran voce affinché diventi un luogo dignitoso, in cui coltivare la speranza e non una discarica sociale Uno sforzo collettivo. Un piccolo passo che dobbiamo muovere tutti insieme: andiamo a votare.
Il Referendum è una tappa, io continuerò in direzione ostinata e contraria ad occuparmi di carcere e giustizia ingiusta. Anche i detenuti possono esercitare questo diritto – dovere, peccato però che le procedure sono farraginose, lunghe e complesse”.