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Ieri, nel giorno dell’insediamento del nuovo Parlamento e dell’elezione del presidente del Senato, il Governatore della Campania, Vincenzo De Luca, era a Roma per il Festival delle Città 2022. Il salernitano non si è fatto sfuggire l’occasione della ribalta nazionale, utilizzando anche incauti paragoni. Lo scrive il Corriere del Mezzogiorno quest’oggi. De Luca, in un certo qual modo, avrebbe paragonato la vicenda politica della sua famiglia addirittura a quella del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

 “Quando si parla di cose familiari bisogna fare sempre nomi e cognomi e dire chi è il familiare: cosa fa nella vita, se ha un’attività professionale autonoma e può vivere anche al di là della politica, e se ha qualche merito. – Ha dichiarato De Luca riferendosi evidentemente al figlio recentemente rieletto alla Camera – Bisogna stare attenti su questa cosa, lo dico perché siamo un Paese di cialtroni. Nessuno si è permesso di dire che Mattarella è espressione del familismo. Suo padre era ministro, suo fratello era presidente della Regione Sicilia ed è stato ucciso dalla mafia. Bisogna parlare chiaro, il tempo della demagogia deve finire”.

Anche se va detto – precisa il quotidiano napoletano – che Piero De Luca non è l’unico «figlio di» a sedere in Parlamento: dalla Campania arrivano Gianpiero Zinzi, Marta Schifone, Sergio Rastrelli, Gianluca Cantalamessa e Annarita Patriarca. È l’unico però ad avere il padre attuale presidente della Regione.

La replica alle affermazioni del Governatore è giunta per bocca del consigliere regionale d’opposizione Severino Nappi: “Caro De Luca, tirare in ballo le vicende della famiglia del presidente Mattarella — a partire dalla tragica morte del fratello Piersanti, vittima della mafia — per dinamiche di familismo è una caduta di stile a cui perfino lei non dovrebbe mai arrivare”.