Prevenzione tumori nella popolazione tra 18 e 69 anni: è ancora allarme in Campania su fumo, obesità, sedentarietà e consumo di frutto e verdura. E segnano sempre il passo i dati sugli screening. Un quadro negativo emerso dal report “I numeri del cancro in Italia 2023”. L’annuale censimento è frutto della collaborazione tra Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom), Associazione Italiana Registri Tumori, Fondazione Aiom, Osservatorio Nazionale Screening, Passi (Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia), Passi d’Argento e Società Italiana di Anatomia Patologica e di Citologia Diagnostica.
L’indagine, tra l’altro, evidenzia l’ondata post pandemica di tumori nel Paese. Sono infatti 395mila le nuove diagnosi stimate nel 2023. Dall’altro lato, si registrano anche i progressi nelle cure. Si contano 268mila vite salvate in 13 anni. Ma per la Campania scatta di nuovo un Sos. Nei dati sul fumo, la variabilità regionale le assegna la maglia nera con l’Umbria. Lo stesso i numeri sul sovrappeso. “In regioni come Molise, Campania o Puglia – si legge -, la metà della popolazione adulta risulta essere in eccesso ponderale”. La Campania presenta inoltre il peggior tasso di sedentarietà (52.6%). Bassa anche la quota di campani che consuma almeno 5 porzioni di frutta e/o verdura al giorno. Si tratta della quantità giornaliera raccomandata, pari a circa 400 grammi.
E poi le dolenti note sugli screening. Per quello mammografico, al Centro Sud, “solo Molise e Sicilia sono in grado di garantire una offerta superiore al 90%, mentre Abruzzo, Basilicata, Campania, Puglia e Sardegna garantiscono l’invito rispettivamente al 60,1%, 69,1%, 53,4%, 47,3% e 50,8% della popolazione avente diritto“. Forti ritardi anche per lo screening cervicale, nel quale Basilicata, Campania e Calabria si attestano rispettivamente al 45,1%, 39,2% e 15,9%. Per lo screening colorettale, riescono a garantire l’invito “ad oltre il 90% della popolazione bersaglio” Basilicata (94,3%) e Molise (90,3%), seguiti dalla Sicilia (81%) e dall’Abruzzo (75,6%). Puglia e Sardegna invitano il 40,8% ed il 29,6% della popolazione target, mentre Campania e Calabria sono rispettivamente al 15,6% e 3,7%. E bisogna lavorare molto.