Tempo di lettura: 3 minuti

Montecorvino Pugliano (Sa) – ‹‹Non doversi procedere per intervenuta prescrizione››. Con questa motivazione, il giudice della Prima Sezione penale del tribunale di Salerno, Giuseppe Ferruccio, ha assolto il Commissario liquidatore del Consorzio di Bacino Sa2 gestore della ex discarica di Parapoti, Giuseppe Corona, il coordinatore aree e servizi amministravi dello stesso consorzio, Roberto Infante, il responsabile area impianti, Maurizio Buccella, il responsabile dell’area di gestione del sito di Parapoti, Angelo Napoli, e il dipendente della società “Iso Ambiente” consociata con il Consorzio, Francesco Manfredi, accusati di inquinamento ambientale per lo sversamento di percolato fuoriuscito dal sito della discarica di Parapoti e finito nel torrente “Lama”.

I fatti sono avvenuti a Montecorvino Pugliano nel 2013. A portare in giudizio i cinque, i controlli effettuati dai carabinieri su segnalazione di alcuni residenti che vivono nei pressi della discarica del sito di Parapoti a Montecorvino Pugliano. Inquirenti che, a seguito dei controlli, rilevarono la presenza di fuoriuscita di percolato dalla discarica con sversamento all’interno delle acque del torrente. Danni ambientali che portarono a processo i cinque tra responsabili e dipendenti del Consorzio che gestiva la discarica di circa 10mila metri quadrati ove insisteva anche l’impianto di prelievo e stoccaggio del percolato. Area questa, di proprietà della Presidenza del Consiglio dei Ministri-Dipartimento della Protezione Civile, nella quale i cinque secondo l’accusa, in concorso tra loro, avrebbero effettuato lo scarico al suolo delle acque reflue industriali derivanti dall’attività di gestione della discarica e del percolato raccolto all’interno della vasca che veniva smaltito illecitamente prima nel terreno dove con un sistema di canalizzazione, veniva riversato all’interno del vallone Cretazze le cui acque confluivano all’interno del torrente Lama.

Un sistema di sversamento illecito e privo di autorizzazioni del percolato di discarica all’interno del torrente che ne danneggiò e compromise le acque di un corso d’acqua sottoposto, tra l’altro, a vincolo paesaggistico. Una vicenda questa, per la quale i cinque indagati furono rinviati a giudizio dal giudice per le indagini preliminari ma nel corso dell’udienza dibattimentale davanti al giudice della prima sezione penale, è intervenuta la prescrizione dei reati ambientali.

Per gli imputati il Pm ne aveva chiesto “il non luogo a procedere per intervenuta prescrizione” che è stato accolto dal giudice. I cinque imputati, difesi dagli avvocati Pietro Fasano, Salvatore Fezza, Rosa Fezza, Michele Sarno e Agostino Allegro, sono stati così assolti per l’intervenuta prescrizione che ha fatto estinguere i reati, oltre alla restituzione dell’area della discarica all’avente diritto sulla quale il giudice ha chiesto ai Carabinieri del Noe di Salerno di verificare con il custode giudiziario, l’eventuale presenza di percolato nei terreni e nelle aree circostanti, segnalando alle autorità amministrative le eventuali anomalie. Un sito, quello di Parapoti, oggi bonificato e la cui discarica lo scorso anno è stata finalmente chiusa.