Nonostante la grande incertezza legata al contesto di crisi sanitaria globale, il 2021 è stato paradossalmente il migliore mai registrato per le esportazioni di vino della Borgogna. Un’euforia mitigata però dalla preoccupazione per l’aumento dei prezzi legato ai costi di produzione e alla scarsità di scorte, con un raccolto 2021 dimezzato dalle gelate di aprile.
Il 2021 è stato un anno record per le vendite di vino di Borgogna, che hanno sommato oltre 1,3 miliardi di euro di esportazioni con 105 milioni di bottiglie vendute oltre i confini nazionali. Un’impresa tanto più inaspettata considerati i molti imprevisti trovati sul cammino negli ultimi anni, dalla “Trump tax”, una tassa doganale del 25% imposta dall’ex presidente americano per l’importazione di vini europei, alla Brexit, le cui conseguenze avrebbero potuto essere molto pesanti per le vendite. A questo si aggiungono la siccità estiva del 2020, le gelate di aprile 2021, ed ora questa tragica guerra alle porte dell’Europa. Niente di tutto ciò sembra riuscire a fermare la crescita inarrestabile delle vendite dei vini di Borgogna.
Su un fatturato stimato di 2,3 miliardi di euro per il 2021, la Borgogna ha così registrato un aumento delle vendite fuori dalla Francia del 28% rispetto al 2020, del 27% rispetto al 2019 e, volgendo lo sguardo più indietro, dell’80% rispetto al 2012. Si tratta di un cambio radicale nel giro di appena un decennio. Per una regione vinicola che copre solo 33.000 ettari, che rappresentano appena lo 0,5% del commercio mondiale, è una performance eccezionale. Altra svolta importante è quella legata alla modalità di acquisto, ed in questo senso la pandemia ha portato alla luce nuove piattaforme, come l’e-commerce, che oggi viene proposto sia dalle cantine che da enoteche specializzate. Nel caso dei vini di Borgogna una delle opzioni migliori per l’acquisto online è Svino.it, portale specializzato in questi raffinati vini francesi con schede tecniche dettagliate.
Le buone vendite dei vini della Borgogna non fanno dimenticare ai produttori che il clima minaccia la loro produzione, e le gelate del 2021 ne solo l’esempio più lampante dato che hanno provocato perdite che in alcune zone superano il 50% della vendemmia. Per anticipare gli sviluppi che sono necessariamente a lungo termine ed adattarsi al cambio climatico, il consorzio di viticoltori di Borgogna (BIVB) sta aumentando il budget dedicato alla ricerca. La capacità produttiva dei vigneti di Borgogna come Chardonnay e Pinot Noir, in relazione a gelate, grandinate, siccità e malattie varie della vite è una priorità per i coltivatori ed è per questo che nuove tecniche sono oggi allo studio.
In questo contesto di ottimismo ritornano anche i grandi eventi. A marzo si è svolta la XVI edizione dei Grands jours de Bourgogne in cui l’intera regione vinicola della Borgogna, con i suoi vini Chablis, Côte Châlonnaise e Mâconnaise, passando per le grandi etichette della Côte de Beaune e Còte de Nuits, è stata scrutata e degustata da 2.100 professionisti provenienti da tutto il mondo. L’evento è stata l’opportunità per il BIVB anche di fare il punto della situazione sul mercato del vino e sulle prospettive a futuro che, nonostante qualche intoppo legato al clima dispettoso, sembra essere sempre più roseo.