Sarà il TAR Lazio a decidere il destino del Parco Nazionale del Matese nell’udienza fissata per il 18 giugno su ricorso proposto da Italia Nostra, Associazione nazionale per la tutela del patrimonio storico, artistico e naturale della Nazione. In considerazione degli inaccettabili ritardi nella definitiva istituzione del Parco nazionale, Italia Nostra ha infatti adito il Giudice Amministrativo affinché si pronunci sulle inadempienze istituzionali (Ministero dell’Ambiente e dello Sviluppo Energetico e Regione Campania) relative all’iter istitutivo, a tutt’oggi non perfezionato, chiedendo di provvedere all’adozione del provvedimento di perimetrazione provvisoria del Parco stesso, alla emanazione delle norme transitorie necessarie a garantire la conservazione dello stato dei luoghi e, altresì, alla nomina di un commissario ad acta affinché provveda sostitutivamente in caso di ulteriore inadempimento.
Il Parco Nazionale del Matese, che include oltre 50 comuni, tra quelli della Campania e del Molise, è stato istituito con Legge di Bilancio 2018 (L. 27 dicembre 2017, n. 205, art. 1 c. 116) al fine di salvaguardarne lo straordinario patrimonio storico, naturalistico e paesaggistico. Da tempo, infatti, il Massiccio del Matese è stato individuato non solo quale Area Prioritaria per la conservazione della Biodiversità nell’Eco-regione Mediterraneo Centrale, ma anche come portatore di valori storici e culturali di diverse epoche, risalenti a civiltà italiche di oltre tremila anni fa.
L’inammissibile ritardo nel completamento della procedura istitutiva del Parco, oltre a facilitare l’aggressione eolica in atto sulla dorsale campana del Massiccio del Matese, ha determinato anche il mancato introito di finanziamenti pubblici, destinati per legge alle aree protette, da impiegare per azioni di conservazione e valorizzazione dei Parchi. Ritardo che, oltretutto, appare ancor più incomprensibile ove si consideri che in Italia le aree protette terrestri coprono appena il 21,7% del territorio (per quanto riguarda il Molise, appena 7617 Ha, pari al 1.42% della sua superficie), mentre la strategia dell’UE sulla biodiversità per il 2030 prevede un sostanzioso incremento di zone protette.
Italia Nostra auspica che l’azione giudiziaria intrapresa serva, ancor prima del pronunciamento di una sentenza sul merito, a porre fine all’inerzia e ad attuare una legge dello Stato che consentirà alle comunità interessate di costruire un futuro sostenibile, fondato sulla salvaguardia e la valorizzazione di un’area di particolare pregio sotto vari profili, ponendo un freno al degrado e allo spopolamento cui, diversamente, sarebbero destinate.