Sono sei le persone, residenti tra i comuni di Sicignano degli Alburni, Palomonte e Potenza, accusate a vario titolo, di omicidio aggravato, decapitazione e occultamento di cadavere e falsa testimonianza, per l’uccisione del 35enne indiano Singh Gurinder, il bracciante agricolo operaio presso un’azienda di allevamento di bufale sita nel comune di Sicignano degli Alburni, scomparso misteriosamente nel dicembre 2021 e circa due mesi dopo rinvenuto cadavere ed in avanzato stato di decomposizione, sventrato, fatto a pezzi e gettato tra i rovi nel vallone Vonghia, in località Padula, nel comune di Palomonte.
Omicidio che portò la Procura della Repubblica di Salerno ad arrestare lo scorso anno, il collega di lavoro e connazionale della vittima, l’indiano Singh Davider, rinchiuso nel carcere di Fuorni con l’accusa di aver percosso e ucciso il collega per futili motivi, forse sotto effetto di sostanze alcoliche. Omicidio che si sarebbe consumato all’interno dell’alloggio dove vivevano i due e di proprietà di un’imprenditrice di Palomonte titolare dell’azienda di allevamento di bufale. Secondo una prima ricostruzione dell’accaduto avanzata dagli inquirenti, Davinder avrebbe percosso, ucciso e decapitato il cadavere del collega per poi caricarlo a bordo della sua macchina e gettare il corpo, fatto a pezzi, all’interno di un canale di acqua. Resti del cadavere che furono rinvenuti da un cane di proprietà di una coppia di pastori di Palomonte che giocava con i resti del cranio trascinato dinanzi all’abitazione dei coniugi.
Ad incastrare l’assassino, le tracce di sangue della vittima rinvenute sui vestiti dell’uomo, in auto e nel prefabbricato dove i due indiani alloggiavano, dalle telefonate tra la vittima e la famiglia e la testimonianza dinanzi al Gip, della moglie della vittima, assistita dall’avvocato Luigi Gaudiano. Testimonianza che ha fornito nuovi indizi alle indagini tanto che ieri, il Pubblico Ministero, Giampaolo Nuzzo, ha chiesto al Giudice per le Udienza Preliminari, Gerardina Romaniello, il rinvio a giudizio di ben sei persone, tra cui il collega di lavoro della vittima che è accusato di omicidio, e di altre 5 persone tra cui la titolare dell’azienda di allevamento di allevamento di bufale, la cognata dell’imprenditrice, alcuni vicini di casa e amici dell’imprenditrice, questi ultimi accusati di aver reso falsa testimonianza al fine di eludere le indagini. Imputati assistiti dal collegio difensivo composto dai legali Alfonso Amato, Serena Landi, Irene La Regina e Giovanni Liguori. Attesa ora per l’udienza preliminare fissata dinanzi al Gup a dicembre.