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Palomonte (Sa)- Sono sei le persone imputate e accusate a vario titolo dei reati di omicidio aggravato, decapitazione ed occultamento di cadavere, favoreggiamento e falsa testimonianza per la morte del 35enne indiano Singh Gurinder, l’operaio bracciante agricolo presso un’azienda di allevamento di bufale sita nel comune di Sicignano degli Alburni, scomparso misteriosamente nel dicembre 2021 e rinvenuto cadavere in avanzato stato di decomposizione, a pezzi e sventrato, solo nel febbraio dell’anno successivo nel torrente Vonghia nel comune di Palomonte.

Ad accogliere la richiesta del Pubblico Ministero, Giampaolo Nuzzo, di rinvio a giudizio degli imputati, il Giudice per le udienze preliminari, Gerardina Romaniello che ieri ha notificato agli imputati il rinvio a giudizio e la data di fissazione dell’udienza preliminare.

A finire a processo, l’uomo che avrebbe ucciso il 35enne in preda ad un raptus di follia causato dall’abuso di alcol, un suo collega di lavoro Singh Davinder che si trova in carcere a Salerno, la titolare dell’azienda dove i due lavoravano e che è accusata di favoreggiamento e falso per aver cercato di eludere le indagini, e alcuni amici e parenti dell’imprenditrice, questi ultimi accusati di falsa testimonianza.

Secondo quanto emerso dalle indagini infatti, l’omicidio si sarebbe consumato durante il periodo di Natale del 2021 all’interno dell’alloggio di proprietà della titolare dell’azienda bufalina dove i due operai lavoravano e vivevano. A scatenare l’omicidio, l’abuso di sostanze alcoliche da parte di un uomo che al termine di una lite, lo hanno spinto ad uccidere e decapitare il cadavere del collega per poi caricarlo a bordo della sua macchina e gettare il corpo, fatto a pezzi, all’interno di un canale di acqua.

Un delitto che portò nei giorni seguenti la morte del 35enne, i sei imputati a dichiarare agli inquirenti che l’uomo girovagava tra Palomonte, Sicignano e l’allevamento di bufale quando in realtà l’operaio era già stato ucciso da giorni tanto da far pensare ad una scomparsa misteriosa dell’operaio.

Falsa testimonianza e favoreggiamento per i quali il giudice ha rinviato a giudizio gli imputati, oltre all’assassino, accusato di omicidio aggravato, che ora si trova nel carcere di Fuorni e per i quali, il giudice ha fissato l’udienza preliminare a febbraio. Fondamentale è stata la testimonianza della vedova dell’indiano ucciso, assistita dall’avvocato Luigi Gaudiano, che nei mesi scorsi è stata interrogata dal Gip fornendo all’indagine nuovi elementi e chiedendo ai giudici giustizia per il macabro omicidio del marito e che si è costituita parte civile.