Diminuiscono in Campania i femminicidi rispetto ad altre regioni italiane. Il dato è stato riferito da Rosaria Bruno, presidente dell’Osservatorio sul fenomeno della violenza sulle donne della Regione Campania, in occasione del corso ‘Approfondimenti sulla violenza di genere: l’importanza della corretta informazione per contribuire a contrastarla, promosso dall’Università Federico II di Napoli e dall’Ordine dei giornalisti della Campania.
“Il fenomeno – ha detto Bianco – purtroppo esiste e persiste. Sono numeri che indicano una gravità perché anche un solo femminicidio è una sconfitta, ma vi sono delle regioni, soprattutto nel Nord, che hanno il tristissimo primato in questo fenomeno”.
Nel 2024 in Campania le donne uccise sono state 4 mentre a livello nazionale si contano, fino ad aprile, 88 femminicidi. L’Osservatorio ha svolto anche indagini conoscitive da cui emerge che le giovani generazioni rispetto al fenomeno, anche se per tratti comuni lo condannano, poi nello specifico confondono o giustificano la violenza con la gelosia, con la malattia psichiatrica, con l’utilizzo di droga.
Altro dato in miglioramento è quello relativo alle recidive. “A seguito dell’ammonimento le recidive sono bassissime – ha riferito Nunzia Brancati, dirigente della Divisione anticrimine della Questura di Napoli – abbiamo percentuali di recidive di violenze inferiore al 10 per cento del numero complessivo degli ammoniti, dato che è in regressione sul nuovo anno rispetto al 2023″.
Nel corso dell’incontro la pro rettrice della Federico II, Rita Mastrullo, ha sottolineato che “l’Università non può non fare rete su questo tema che richiede impegno sinergico di tutti. Siamo convinti che la formazione e l’informazione corretta sono strumenti per sensibilizzare e per stimolare un cambiamento che deve passare dall’abbattimento di stereotipi che portano a situazioni che poi degenerano nelle violenze”.
Un fenomeno quello della violenza sulle donne che – ha evidenziato il presidente dell’Ordine dei giornalisti campani, Ottavio Lucarelli – “riguarda anche le donne all’interno delle strutture militari italiane e infatti da parte dell’Esercito si chiede l’applicazione di un codice rosso per le donne militari all’interno dei vari corpi”.