Tante le reazioni delle sigle sindacali alla tragica notizia della morte (LEGGI QUI) del giovane operaio morto a a Scafati, in provincia di Salerno, mentre lavorava in un palazzo in pieno centro.
“Una tragica dinamica che purtroppo si ripete troppo spesso. In provincia di Salerno, a Scafati, un giovane operaio ha perso la vita rimanendo ucciso da una lastra d’acciaio. In base alle prime ricostruzioni, era al lavoro con una carrucola che avrebbe perso il carico, travolgendolo. Il ragazzo, di 22 anni, è morto con una dinamica che lascia tutti sotto shock. L’UGL si stringe alla famiglia e alla comunità della vittima che da oggi deve fare i conti con una perdita dolorosa. Crediamo che sia altresì insopportabile continuare a vedere allungarsi la lista di nomi di persone che hanno perso la vita sul lavoro. Riteniamo che investire sulla formazione alla sicurezza, a qualsiasi livello e fin dalla scuola, sia un modo per arginare il rischio del ripetersi di simili tragedie. L’UGL chiede altresì di inasprire le sanzioni per tutti coloro che non rispettano o non fanno rispettare le norme di sicurezza pensate per tutelare il diritto al lavoro che deve anche essere diritto alla vita”. Lo ha dichiarato il segretario generale dell’UGL Paolo Capone in merito all’incidente mortale sul lavoro avvenuto oggi nel Salernitano.
“In seguito al tragico incidente sul lavoro che ha visto la perdita di un giovane operaio di soli 22 anni, schiacciato da una lastra d’acciaio caduta da una carrucola durante i lavori di ristrutturazione in un palazzo di via Melchiade a Scafati”, Gigi Vicinanza, componente nazionale della segreteria Cisal Metalmeccanici, esprime il suo profondo cordoglio e la vicinanza alla famiglia della vittima. “Siamo di fronte all’ennesima tragedia che scuote il mondo del lavoro e la nostra comunità” afferma Vicinanza. “È inaccettabile che nel 2024 si continui a morire sul lavoro a causa di mancanze nella sicurezza e nella prevenzione. Questo dramma deve spingerci a riflettere e ad agire concretamente per evitare che tali episodi si ripetano”. Di fronte a questa ennesima perdita di una giovane vita, Vicinanza lancia un appello a tutte le organizzazioni sindacali della provincia di Salerno per un confronto serio e urgente. “Chiediamo con forza un tavolo di confronto che coinvolga tutte le parti sociali e le istituzioni competenti per mettere in atto misure concrete e immediate per garantire la sicurezza sui luoghi di lavoro. È necessario un impegno collettivo e deciso per dire basta alle morti sul lavoro“. La Cisal Metalmeccanici nazionale ribadisce la necessità di intensificare i controlli e di adottare tutte le precauzioni necessarie per proteggere la vita e la salute dei lavoratori. “Non possiamo più tollerare che la vita dei nostri lavoratori sia messa a rischio. Ogni incidente è una sconfitta per tutta la società. Dobbiamo lavorare insieme per creare un ambiente di lavoro sicuro e dignitoso per tutti,” conclude Vicinanza.
“La Campania sta veramente superando ogni soglia. Se guardiamo al rapporto tra la percentuale degli addetti e il tasso di mortalità nei primi 4 mesi dell’anno possiamo parlare di strage inarrestabile. Non ci stancheremo di ripetere che è necessaria una forte responsabilizzazione del Paese. Continueremo a chiedere certamente più ispezioni, più formazione ma anche soluzioni come il riconoscimento dell’omicidio colposo e l’istituzione di una Procura ad hoc che sono condizioni fondamentali per colpire chi non rispetta le regole sulla sicurezza”. Lo dice, dopo l’incidente mortale di Scafati, il segretario generale Uil Campania, Giovanni Sgambati.
“Non è compito della Cgil scendere nel dettaglio della dinamica e non è compito del Sindacato seguire le indagini. I perché e i per come verranno stabiliti dalle Autorità preposte che hanno aperto le indagini. E’ nostro compito, invece, intervenire sulla ennesima tragedia umana che si è consumata poche ore fa su un cantiere”. Lo dice la Cgil di Salerno in merito all’incidente avvenuto a Scafati in cui è morto un giovane operaio, esprimendo il cordoglio alla famiglia. “C’è dolore e rabbia – afferma il segretario generale Antonio Apadula – Questo ragazzo è uscito di casa per andare a lavoro e stasera tornerà a casa in una bara. A quante scene come questa dobbiamo ancora assistere affinché in questo Paese, da nord a sud, cambino le regole e venga garantita sicurezza nei luoghi di lavoro? È una mattanza, un lutto continuo”. Una morte che arriva “con la complicità di quanti tacciono davanti all’assenza di regole precise che possono azzerare queste tragedie che quasi mai derivano da una incontrollabile fatalità. Lo Stato ci dica se c’è e da che parte sta”. Secondo il segretario della Cgil Fillea sono 1.041 i morti del 2023 e “dall’inizio di quest’anno sembra che l’incidenza dei casi sia ancora maggiore”.
“Sette morti sul lavoro in Campania dal primo maggio ad oggi. Un primo maggio all’insegna della sicurezza sui luoghi di lavoro che, paradossalmente, qui nella nostra regione ha segnato un cambio di passo, una recrudescenza senza precedenti”. Così in una nota il segretario generale della Fillea CGIL Campania, Vincenzo Maio. “È diventato straziante e umiliante – precisa Maio – tenere aggiornati anche i dati. Davanti alle ripetute tragedie familiari anche scrivere un comunicato stampa assume una forma di non rispetto, fatto solo perché il silenzio sta diventando talmente assordante che fa tanto, troppo male. Fa male il silenzio delle istituzioni, fa male il silenzio della società civile, fa male il silenzio di questa quotidianità che ormai assorbe e digerisce tutto”. “Certo è – prosegue – che se nemmeno i morti riescono a scalfire le sensibilità di tutti noi, beh allora siamo su crinale pericoloso cui sarebbe opportuno e necessario fermarsi e riflettere. Il settore delle costruzioni, almeno qui in Campania, continua a rappresentare quello più esposto, sicuramente non per gli ingenti finanziamenti che hanno investito il settore, ma piuttosto per i carichi di lavoro sempre più asfissianti e pesanti, per la mancata formazione e informazione dei lavoratori nei processi lavorativi, per una sempre più affannosa ricerca di utili di impresa che le aziende spesso scaricano proprio sui lavoratori e sui processi produttivi”. “Lo Stato, in tutte le sue forme e diramazioni complessivamente – aggiunge Maio – sembra non vedere quanto accade tutti i giorni nel mondo del lavoro. La decadenza culturale, in cui è piombato il Paese Italia, ha raggiunto il livello di guardia oltre il quale c’è solo la barbarie. Le aziende vanno monitorate e certificate sul piano della sicurezza. È necessario l’introduzione del reato di omicidio sul lavoro, al pari, almeno, di quello previsto per gli omicidi stradali. Così come sembra non più rinviabile la costituzione di una procura speciale per gli infortuni sul lavoro, nonché la responsabilità in solido della committenza” “Bisogna smetterla – conclude – di utilizzare la maschera della costernazione ad ogni vita spezzata e indossare quella della responsabilità per evitare che le vite si spezzino ancora”.