Salerno – Si trova rinchiuso in isolamento dopo alcune presunte minacce ricevute da altri detenuti, Giuseppe Buono, 41 anni di Baronissi l’ex badante reo confesso di aver commesso in un raptus di follia, probabilmente sollecitato anche dalla cocaina che aveva assunto, l’omicidio di Maria Grazia Martino, 91 enne e la sorella Adele 87 anni.
L’uomo, assistito dall’avvocato Assunta Mutalipassi, oggi si è avvalso della facoltà di non rispondere, dopo che una serie di indizi rilevanti, dal filmato delle telecamere alle impronte, hanno aiutato gli inquirenti ad arrivare al suo nome con certezza.
Oggi la convalida del fermo con l’accusa di rapina impropria e omicidio. Pentito per il gesto compiuto, consigliato dal suo legale, il presunto assassino ha preferito prendere tempo e superare la fase di shock legata al tremendo gesto di cui si è macchiato, mentre le indagini proseguono per capire anche se sia stato o meno aiutato da un complice.
Buono nega al momento di essere stato aiutato e ha raccontato che, legato ad una compagna con una figlia, era in difficoltà economiche ed ha ammesso di essere entrato in casa per prendere i soldi, senza sapere del tesoretto di 380.000 € nascosto in un armadio facilmente raggiungibile. Le indagini proseguono, la casa resta sotto sequestro e in attesa dell’autopsia sul corpo della vittima, verrà fissata a breve un’altra data per ascoltare Buono che ha anche dato indicazioni su dove si è disfatto della spranga in ferro usata per colpire le due donne, gettata in via Vinciprova nell’area di stazionamento dei bus.
“Il mio assistito è pentito e molto provato – ha detto l’avvocato Mutalipassi – Questa mattina ci siamo riservati di rendere ulteriori dichiarazioni per dare il tempo al mio assistito di recuperare: non voleva arrivare a tanto, non voleva ammazzare”.