Milano – La Polizia di Stato sta eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 31 persone accusate a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di droga e con forti legami con trafficanti sudamericani, latitanti ed esponenti di spicco della criminalità organizzata. L’operazione, coordinata dalla Dda di Milano sta interessando varie regioni e Stati tra cui Olanda, Spagna e Lituania. Inoltre è in corso il sequestro di una galleria d’arte moderna ad Amsterdam nella quale, con false fatturazioni, venivano riciclati i proventi del narcotraffico anche nell’acquisto di quadri e altre opere.
Le indagini, coordinate dal pm della dda milanese Silvia Bonardi, hanno portato anche 50 perquisizioni. L’attività, svolta grazie a una significativa e articolata cooperazione internazionale coordinata da Eurojust, si è avvalsa anche del supporto di Europol, del Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine, della Direzione Centrale Servizi Antidroga e del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia – Divisione Interpol e Divisione SI.RE.NE. L’operazione, condotta dai poliziotti della Unità Specializzata Antidroga della Squadra Mobile della Questura di Milano, è iniziata a settembre 2019 con l’individuazione di una cellula locale di trafficanti milanesi, riconducibile a due imprenditori nel campo della ristorazione. Da lì si è risaliti a un importante broker internazionale della droga con collegamenti diretti con referenti sul territorio nazionale della criminalità organizzata campana, pugliese e albanese. Le ordinanze di custodia cautelare sono state firmate dal gip Carlo Ottone De Marchi.
Andrea Deiana “importantissimo broker di stupefacenti internazionale, in grado di organizzare forniture per centinaia di chili”, arrestato nell’inchiesta della Squadra mobile e del pm Silvia Bonardi contro il narcotraffico e il riciclaggio in opere d’arte, risultava “co-titolare di una importante galleria d’arte moderna ad Amsterdam” come “mercante d’arte specializzato nelle opere dell’artista contemporaneo, probabilmente più famoso e nello stesso tempo più enigmatico del pianeta, Bansky” di cui nelle chat intercettate utilizzava pure il “nickname”. Lo si legge nell’ordinanza del gip Carlo Ottone De Marchi.