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Il termine mindset viene spesso associato al mondo dell’imprenditorialità e a settori quali il personal branding e lo sviluppo personale. In realtà, è piuttosto diffuso anche in altri ambiti come, ad esempio, quello clinico. Ma di cosa si tratta, nello specifico, e quanto può incidere sul successo professionale? Di seguito, vediamo quali sono le risposte da parte degli esperti in materia.

Cosa si intende per ‘mindset’?

La risposta a questo interrogativo è meno banale di quanto possa sembrare; la versione online del Cambridge Dictionary, ad esempio, fornisce la seguente definizione: “il modo di pensare e le opinioni di una persona”. Un altro autorevole dizionario online, il Merriam-Webster, invece, offre una doppia interpretazione (“attitudine mentale o inclinazione” oppure “uno stato mentale predefinito”), evidenziando come la parola sia in uso da poco più di un secolo.

Diversi studi, soprattutto di ambito psicologico, hanno fornito nel corso degli anni diverse interpretazioni del concetto di mindset; Hans S. Schroder, ad esempio, in “Mindsets in the clinic: Applying mindset theory to clinical psychology” scrive che “il termine mindset può riferirsi ad una qualsiasi di tante convinzioni, attitudini e cognizioni correlate” aggiungendo che “tali convinzioni riflettono la fiducia di un individuo nella possibilità che un attributo possa cambiare”. Daphna Oyserman, in uno studio del 2016, invece, inquadra il mindset da un punto di vista socio-culturale come “una struttura cognitiva che include contenuti, procedure e obiettivi”.

Volendo sintetizzare, quindi, il mindset potrebbe essere definito come qualcosa di più complesso della semplice “mentalità”; piuttosto, rappresenta un modello mentale plasmato dalle attitudini e dalle convinzioni personali, al cui sviluppo può contribuire l’acquisizione di nuove conoscenze e competenze, sia personali che professionali.

Il ruolo del mindset per la crescita personale e professionale

Jean Gomes, firma del New York Times e autore di numerosi best-seller, in un lungo post su LinkedIn, sottolinea come “la maggior parte delle definizioni di mindset consiste in ciò che crediamo (come pensiamo) oppure nei modelli mentali che usiamo (cosa utilizziamo per pensare)”.  Secondo l’opinione di Gomes, l’idea che il mindset sia un insieme di convinzioni e comportamenti è alla base del diffuso gap tra la conoscenza teorica e la capacità di agire; in altre parole, ci si aspetta che gli imprenditori agiscano come tali perché hanno acquisito nozioni teoriche di business. “Non funziona così”, scrive l’autore, “perché il modo di pensare di un imprenditore è plasmato dalla percezione del rischio e dell’incertezza”. Gomes cita poi uno studio del 2016, che mette in evidenza l’incidenza positiva dell’eterocezione sul successo e la longevità professionali, concludendo che “il mindset è la chiave per sbloccare un cambiamento duraturo nel lavoro e nella vita”.

Mindset e crescita professionale: l’opinione di Andrea Traina

Lo sviluppo di un mindset ‘di crescita’, sia personale che professionale, rappresenta ormai un aspetto centrale per le nuove generazioni di imprenditori digitali; creare un business nell’era dei social network e dell’Intelligenza Artificiale, tenendo testa ad una folta concorrenza senza però alterare l’equilibrio tra lavoro e sfera privata costituiscono le maggiori sfide per chi vuole fare impresa nel digital.

Secondo Andrea Traina, formatore esperto in personal branding e community-based business, nonché consulente e speaker impegnato su numerosi palchi italiani ed internazionali, il successo professionale passa dalla crescita personale. Acquisire nuove conoscenze e competenze, tramite appositi percorsi formativi, costituisce solo uno degli aspetti che possono contribuire allo sviluppo individuale; nella visione di Andrea Traina, ad esempio, trova posto anche un approccio meno dogmatico all’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale, considerata un prezioso alleato per salvaguardare la creatività e affrancarsi da operazioni monotone, ripetitive e stancanti. Inoltre, tra le possibili dimensioni di crescita egli individua anche il miglioramento del work-life balance (equilibrio tra vita privata e sfera professionale) e il personal branding, ovvero un ‘marchio’ personale, un aspetto impossibile da ignorare poiché, come sostiene Traina, “ognuno ha un personal brand, a prescindere che decida o meno di costruirlo; se non si racconta qualcosa di sé, lo faranno gli altri al posto nostro, ed è importante capire che non si può avere il controllo sulla voce degli altri”.