Da domani si volta pagina: termina infatti, dopo oltre due anni, lo stato di emergenza che fu proclamato dal governo Conte il 31 gennaio 2020 per la pandemia da Covid ed entrano in vigore le nuove norme che per tutto il mese di aprile eliminano in molti casi il green pass e limitano l’utilizzo del super pass.
ECCO QUALI SONO LE NUOVE REGOLE
Il certificato verde andrà però definitivamente in soffitta dal 1 maggio. Con una eccezione: fino al 31 dicembre resta l’obbligo di green pass rafforzato per le visite nelle Rsa e nei reparti di degenza degli ospedali, i luoghi epicentro della prima ondata. Con le nuove regole non vengono più lasciati senza stipendio tutti coloro che non si sono voluti vaccinare; tra questi ci sono anche i 3800 docenti che potranno fare sì rientro nei loro istituti (previo tampone) ma non saranno a contatto con gli studenti. Un distinguo che sta comportando notevoli problemi organizzativi ai dirigenti scolastici, che non sanno bene a cosa adibirli (“ovunque ci sono ragazzi, nelle scuole” dicono), malumori tra i colleghi e una probabile valanga di ricorsi degli stessi docenti che vogliono tornare nelle proprie classi e non essere adibiti ad altre mansioni. Anche il loro orario di lavoro non è chiaro: secondo alcuni Uffici scolastici regionali devono lavorare 36 ore a settimana, secondo altri le 18 previste dal contratto. I presidi attendono chiarimenti, mentre il ministero dell’Istruzione è al lavoro per la stesura definitiva di un nuovo protocollo per la sicurezza che verrà presumibilmente firmato a breve.
Intanto c’è chi come il sottosegretario all’Istruzione Rossano Sasso lavora per cambiare la norma: “farli tornare a scuola senza poter fare lezione mi sembra una trovata bizzarra”, dice. Per il resto, da domani l’accesso è libero, e non è più necessario avere almeno il Green pass base, per entrare negli uffici pubblici, nei negozi, nelle banche, alle poste o dal tabaccaio. Addio al certificato verde anche per alloggiare in hotel e strutture ricettive (compresi i ristoranti al loro interno), visitare musei, mostre e biblioteche, per accedere ai parchi divertimento e alle piscine all’aperto, per mangiare nei ristoranti all’aperto, nonché per salire sui mezzi di trasporto pubblico locale (tram, autobus, metro), anche se resta obbligo di mascherina Ffp2 fino al 30 aprile.
Per la ristorazione al chiuso, al banco o al tavolo, serve il pass base. Green pass base per salire su aerei, treni, traghetti e pullman intra-regionali (con obbligo di mascherina Ffp2 fino al 30 aprile), partecipare a concorsi pubblici, accedere alle mense, andare allo stadio (con mascherina Ffp2 fino al 30 aprile) e assistere a spettacoli teatrali e concerti all’aperto (sempre con mascherina Ffp2). Dal primo aprile decade, inoltre, il limite alle capienze e dunque anche negli stadi sarà possibile occupare il 100% dei posti. Così come torneranno a capienza piena i bus e le metropolitane. Dal 1 al 30 aprile continua a vigere l’obbligo di super green pass: per gli eventi sportivi nei palazzetti al chiuso (con mascherina Ffp2); per qualsiasi tipo di festa nei locali al chiuso; per cinema, teatri e concerti al chiuso (con mascherina Ffp2); discoteche (qui basta la mascherina chirurgica, da levare solo in pista al momento del ballo); piscine, palestre, centri benessere, sport al chiuso; convegni e congressi, casinò. Cambia anche la quarantena. Chi entra in contatto con un positivo, anche se non vaccinato, non deve più osservare l’isolamento. L’ ‘obbligo di mascherine al chiuso è al momento stato prorogato fino al 30 aprile. A metà giugno decadono gli obblighi vaccinali per militari, forze dell’ordine, personale scolastico e amministrativo, over 50. Il 30 giugno è il termine fissato per il ritorno in ufficio in presenza nell’ambito privato: fino a quella data ci sarà la possibilità di ricorrere al cosiddetto ‘lavoro agile’ senza accordi individuali. L’ultima data da segnare è il 31 dicembre, quando decadrà l’obbligo vaccinale per i sanitari.
DE LUCA LANCIA L’ALLARME: “DOBBIAMO ESSERE PRUDENTI”
Il governatore della Campania, Vincenzo De Luca lancia l’allarme alla luce dell’emergenza Covid: “Io rinnovo l’appello alla prudenza, perché avremo decine, centinaia di migliaia di persone che verranno da tutta Italia, da tutta Europa, da tutto il mondo, quindi dobbiamo essere molto prudenti”. De Luca sottolinea che “finisce ora lo stato di emergenza – dice – ma questo non ferma e non blocca il Covid. Noi non sappiamo con quante e quali varianti dovremo fare i conti nei prossimi mesi. La storia l’abbiamo conosciuta, c’è un abbassamento del picco in estate, ma poi magari viene fuori una variante particolarmente aggressiva, per questo lancio un invito a essere estremamente prudenti. Basta l’uso permanente della mascherina, almeno questo, per l’amor di Dio teniamola sempre, avremo un rimescolamento sociale che può essere pericoloso per i mesi successivi”.
Sul covid, De Luca ha commentato anche il rallentamento netto dei vaccini che coincide oggi con la chiusura a Napoli del punto vaccinale alla Mostra d’Oltremare: “È stato acquistato e diffuso – ha detto – un ultimo vaccino, il Novavax, che doveva dare tranquillità a tutti quanti. La verità è che non si è vaccinato nessuno. C’è un elemento di stanchezza comprensibile, dopo due anni c’è voglia di ritorno alla vita, tuttavia dobbiamo rimanere consapevoli dei problemi e richiamare i cittadini ad avere prudenza se vogliamo ritornare alla vita normale. Nessuno è in grado di dire cosa succederà. Leggevo di un invito di Antonella Viola, virologa brava, che invita a stare con gli occhi aperti, nessuno è in grado di dire quante varianti troveremo in occidente e con quale livello di aggressività. Allora, manteniamoci prudenti, senza angosciarci”.