La denuncia del governatore della Campania, Vincenzo De Luca, è gravissima. C’è chi dice che non sia una novità, che così succede anche in altri posti dove regna il degrado e non solo nel Napoletano. Ma fa rumore. A decidere a chi vada assegnata una casa perchè nel bisogno, magari perchè si tratta di una giovane coppia con figli piccoli o di una vedova, non è lo Stato tramite regolari graduatorie o verifiche approfondite.
“No – ha detto De Luca durante la diretta Facebook di oggi – lo Stato non c’è a Caivano. E’ certo, al di là della propaganda e delle liturgie inutili. Ho segnalato – ha aggiunto, riferendosi all’incontro avuto ieri con la premier Meloni dopo la visita del governo al Parco Verde – che una buona parte degli occupanti degli alloggi di Caivano sono abusivi. Molte case sono state liberate ultimamente e la nuova assegnazione è stata decisa dalla camorra. C’è bisogno di risolvere questo problema, altrimenti ancora una volta facciamo propaganda”.
E’ anche a questo aspetto che si riferiva ieri pure la premier Meloni quando parlava di territorio da “bonificare radicalmente”, con frutti che si vedranno presto? Forse. De Luca si limita a dire: “vediamo se riusciamo stavolta a fare passi avanti concreti al Parco Verde. Si è pensato di realizzare spazi sociali alla base di quei palazzi, con medici, assistenti sociali e volontariato. Ma ricordo che serve prima di tutto la sicurezza: possiamo anche istituire un centro ascolto degli psicologi, ma nessuno ci andrebbe senza sicurezza nel Parco Verde. Su questo finora ringrazio i carabinieri, perché c’è stata un’insistenza dell’assessore regionale Morcone negli ultimi anni per aprire la nuova stazione. Oggi ringrazio il capitano Cavallo e i militari dell’Arma, ma è evidente che devono coprire anche altri 4-5 territori vicini e quindi non basta. Serve un piano per la sicurezza, per tutto il tempo che sarà necessario con decine di carabinieri, polizia ed esercito in strada 24 ore su 24”.
De Luca cita gli odiosi episodi di violenze sessuali ai danni di minori e giovani donne. “Quello di Caivano è stato un episodio particolarmente odioso, ma non meno di quello che è accaduto in Sicilia. Sono indignato per le immagini di un branco di animali che hanno violentato una ragazza. Sono bestie. Devono vergognarsi di dirsi uomini. Non sono delinquenti, sono bestie, mezzi uomini”.
Intanto, il giorno dopo aver incassato una serie di impegni del premier, sollecitata a venire a Caivano proprio dopo un suo invito, il parroco don Maurizio Patriciello tiene a sottolineare che la richiesta alla Meloni è stata formulata non guardando alla sua appartenenza politica ma al suo ruolo istituzionale. “La ricetta magica non la possiede nessuno“, dice. “La realtà è più dura di quanto si possa credere. Esiste, invece, una parola magica. Ed è ‘Insieme’. Solo unendo le forze possiamo sperare di arrivare a qualche risultato Ringrazio Giorgia Meloni per aver accolto il mio invito. Sono fiducioso nel credere che le promesse saranno mantenute. Ai tanti amici politicamente schierati su posizioni opposte a quelle del governo, che fingono di non capire, ricordo che l’invito è stato fatto al Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica italiana. Il colore politico sbiadisce. Il Signore ci benedica. E riprendiamo il cammino”, conclude il prete anti clan.
E mentre il presidente di Sport e Salute, Marco Mezzaroma, sottolinea che la realizzazione del centro sportivo a Caivano sarà una sfida stimolante, giungono le prime offerte di aiuto da diversi benefattori per la famiglia di una delle cuginette stuprate. La mamma della bimba si era decisa a chiedere aiuto determinata ad andare via dal Parco Verde, teatro delle violenze. E a distanza di poche ore la macchina della solidarietà si è messa in moto. Da un paese della provincia di Roma, una mamma di tre figli si è resa disponibile ad offrire un’abitazione.