Tempo di lettura: 2 minuti

La Campania presenta i propri gioielli vinicoli alla rassegna internazionale Vinitaly, a Verona, in uno stand collocato nel cuore del Palaexpo, allestito da Si Impresa, l’azienda speciale della Camera di Commercio di Napoli. Puntare sull’identità territoriale e dei prodotti, promuovendo il vino come alimento d’eccellenza dalla storia millenaria, e sposando questa immagine con le bellezze naturali e artistiche del territorio è l’obiettivo che le Camere di Commercio campane si sono date con la partecipazione all’edizione 2022 del Salone.

“La produzione vitivinicola campana è in crescita, questo ci consentirà di rinforzarci ulteriormente su tutte le aree del mondo dove siamo presenti, in particolare Stati Uniti, Nord America, Australia, Cina e ovviamente anche tutta l’Europa, compresa la Russia. C’è un grande mercato dove penetrare e la Campania ha bisogno di fare rete, perchè le nicchie servono sino a un certo punto, ma se le mettiamo assieme possono fare una grande cosa” spiega Ciro Fiola, Presidente di Unioncamere Campania e della Camera di Commercio di Napoli.

“La partecipazione a questo grande evento dopo due anni di stop provocato dalla pandemia – prosegue Fiolaè un segnale importante di ripresa che l’intero sistema deve cogliere. Le imprese selezionate rappresentano il meglio di un settore vitale per l’economia territoriale che deve percepire l’opportunità del momento. L’eccellenza e la qualità dei nostri vini potranno fare da volano per un mercato che, a dispetto dei tempi, potrebbe aprire nuovi scenari, specialmente dal punto di vista internazionale. Si pensi all’Oriente, anche se al momento per noi i mercati principali sono Stati Uniti e Australia, ma anche il Nord Europa”

Sono importanti le prospettive per lo sviluppo della produzione campana, che occupa poco meno del 3% del totale nazionale, con circa 1,4 milioni di ettolitri. La superficie vitata regionale è composta da 26 mila ettari di vigneto, ovvero il 4% della superficie italiana. Il vino in Campania ha un fatturato di 72 milioni di euro l’anno, il 2% di quello nazionale. “Puntiamo a disegnare – precisa Fiola – un modello innovativo di promozione di un prodotto, delle aziende produttrici e dei territori che ne custodiscono la storia, la cultura e la tradizione. Un ruolo importante in questa fase potrebbe essere svolto dai Consorzi, grazie alle loro capacità relazionali”.