La Campania presenta i propri gioielli vinicoli alla rassegna internazionale Vinitaly, a Verona, in uno stand collocato nel cuore del Palaexpo, allestito da Si Impresa, l’azienda speciale della Camera di Commercio di Napoli. Puntare sull’identità territoriale e dei prodotti, promuovendo il vino come alimento d’eccellenza dalla storia millenaria, e sposando questa immagine con le bellezze naturali e artistiche del territorio è l’obiettivo che le Camere di Commercio campane si sono date con la partecipazione all’edizione 2022 del Salone.
“La produzione vitivinicola campana è in crescita, questo ci consentirà di rinforzarci ulteriormente su tutte le aree del mondo dove siamo presenti, in particolare Stati Uniti, Nord America, Australia, Cina e ovviamente anche tutta l’Europa, compresa la Russia. C’è un grande mercato dove penetrare e la Campania ha bisogno di fare rete, perchè le nicchie servono sino a un certo punto, ma se le mettiamo assieme possono fare una grande cosa” spiega Ciro Fiola, Presidente di Unioncamere Campania e della Camera di Commercio di Napoli.
“La partecipazione a questo grande evento dopo due anni di stop provocato dalla pandemia – prosegue Fiola – è un segnale importante di ripresa che l’intero sistema deve cogliere. Le imprese selezionate rappresentano il meglio di un settore vitale per l’economia territoriale che deve percepire l’opportunità del momento. L’eccellenza e la qualità dei nostri vini potranno fare da volano per un mercato che, a dispetto dei tempi, potrebbe aprire nuovi scenari, specialmente dal punto di vista internazionale. Si pensi all’Oriente, anche se al momento per noi i mercati principali sono Stati Uniti e Australia, ma anche il Nord Europa”
Sono importanti le prospettive per lo sviluppo della produzione campana, che occupa poco meno del 3% del totale nazionale, con circa 1,4 milioni di ettolitri. La superficie vitata regionale è composta da 26 mila ettari di vigneto, ovvero il 4% della superficie italiana. Il vino in Campania ha un fatturato di 72 milioni di euro l’anno, il 2% di quello nazionale. “Puntiamo a disegnare – precisa Fiola – un modello innovativo di promozione di un prodotto, delle aziende produttrici e dei territori che ne custodiscono la storia, la cultura e la tradizione. Un ruolo importante in questa fase potrebbe essere svolto dai Consorzi, grazie alle loro capacità relazionali”.