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Cambiano i tempi e cambiano le preferenze degli italiani. Che sia in ambito di socializzazione, di acquisto o di gioco la popolazione è sempre più rivolta verso differenti modelli, in parte mutuati dal periodo pandemico dal quale ci accingiamo a uscire.

Chiusure forzate e restrizioni durature ci hanno obbligati a un cambio di abitudini repentino, più facile per alcuni e più arduo per altri. Spesa online, acquisti su e-commerce, corsi di palestra da remoto, gioco digitale. Tutte nuove frontiere che molti di noi non avrebbero mai pensato di sperimentare nel 2020, ma che sono divenute parte integrante del nostro quotidiano e, in taluni casi, tutt’ora permangono.

Ma i momenti oscuri della pandemia sono ormai – e fortunatamente – un lontano ricordo e il mercato ha ripreso a macinare la propria attività a pieno regime, trovandosi a dover fare i conti con nuove abitudini dei consumatori. Sempre più esigenti, in termini di presenza del marchio e di interazione, a qualsiasi orario e in qualsiasi momento.

Ed ecco che nascono le esperienze phygital, un ibrido fra fisico e digitale che offre il vantaggio dell’immediatezza con quello dell’interazione, anche fisica, contemplando soluzioni che accontentano una larghissima parte del mercato. Il 96%, addirittura, secondo una ricerca realizzata da BVA Doxa, che ha fatto emergere come la soluzione d’acquisto integrata sia la prediletta dai consumatori del nostro Paese. Ne è un classico esempio l’acquisto di un prodotto online e il ritiro in negozio: una modalità che permette di scegliere con calma e senza la – talvolta pressante e invadente – presenza di commessi e visionando le opinioni di altri clienti tramite le recensioni. Ma che, al contempo, non elimina del tutto il fattore umano e concede peraltro l’opportunità di visionare immediatamente – o quasi – il prodotto e di testarne qualità e corrispondenza.

Non tutte le aziende sarebbero però pronte, secondo lo studio: è il 65% del campione a riferire che pochissimi brand sono in grado di offrire soluzioni integrate fra online e negozi fisici.Un punto cardine sul quale il settore dovrà certamente lavorare, vista la plebiscitaria preferenza d’acquisto emersa nel corso dell’indagine.

Ed è un percorso che alcuni più – e prima – di altri hanno già intrapreso da tempo, vedendo nell’intreccio reale/virtuale la chiave per l’economia del futuro. Parliamo del settore del gambling, in cui gli operatori di gioco da tempo promuovono soluzioni omnichannel, in previsione del necessario restauro del comparto terrestre dopo il blocco totale inferto dal biennio pandemico. Un’alleanza fra il canale a distanza e i punti retail che può essere declinata in diversi modi: ad esempio, sfruttando il sistema dei bonus senza deposito, promozioni tipiche delle piattaforme di gioco online che potrebbero venire ulteriormente ottimizzate mediante un’attivazione da concretizzare attraverso il canale fisico. Uno dei tanti strumenti che possono garantire il mantenimento in vita di entrambi i settori – digitale e terrestre – e alimentare la fruizione di entrambi da parte degli utenti, con risvolti positivi in termini di socializzazione e controllo di eventuali patologie.

Un futuro phygital, dunque, è quello che ci si prospetta davanti e che sembra interpretare a pennello l’antico adagio “in medio stat virtus”. Una crasi in perfetto equilibrio fra tradizione e innovazione, per garantire esperienze fedeli ai gusti più classici, ma che strizzano l’occhio a una ventata di freschezza.