Tempo di lettura: 2 minuti

Malattie del sistema osteomuscolare, crollo nervoso conclamato e danni alle vie respiratorie. Sono queste, secondo il rapporto di metà anno dell’Inail, le malattie che più hanno colpito gli italiani nei primi 5 mesi del 2022, dal primo gennaio al 31 maggio.

I numeri dell’Istituto nazionale assicurazione infortuni sul lavoro sono preoccupanti, soprattutto se non ci si sofferma unicamente alle prime pagine del rapporto: solo in Toscana circa 2.160 infortuni hanno colpito la fascia di lavoratori che va dagli under 14 ai 19 anni. Un dato inquietante che tiene conto, oltre che dei cosiddetti infortuni in itinere (quelli, cioè, avvenuti nel tragitto casa-lavoro, e viceversa), anche e soprattutto di quelli avvenuti durante gli stage formativi.

 

Infortuni e malattie professionali: i primi dati

Il rapporto dell’Inail parla chiaro: rispetto allo stesso periodo del 2021, i primi mesi del nuovo anno hanno registrato un +50,9% di infortuni sul lavoro, di cui 189 con esito mortale.

Allo stesso modo, le malattie professionali sono aumentate in modo esponenziale, arrivando a toccare, solo tra gennaio e fine marzo, un totale di 14.517 casi denunciati (+6,9%).

Benché il numero sia certamente inquinato dalle denunce di infortunio da Covid-19, queste ultime hanno pesato nel 2022 per un quarto del totale, contro un sesto delle registrazioni per l’anno precedente.

Industria, Servizi (+46%), Agricoltura e Manifattura i settori più colpiti, seguiti da Trasporti (+166,9%), Sanità (+110,4%) e Pubblica Amministrazione.

Circa un caso di infortunio su mille, poi, ha avuto esito mortale, registrando un incremento del +2,2% rispetto ai dati raccolti nel 2021.

 

Come gli italiani si proteggono da infortuni e malattie

Nonostante i dati parlino chiaro, l’Italia risulta essere, ancora ad oggi, a distanza di 3 anni, il fanalino di coda nella stipula delle assicurazioni contro gli infortuni. Sebbene il numero di casi coperti e l’offerta delle compagnie assicurative siano migliorati nel tempo (basti pensare al grande lavoro di adeguamento svolto a seguito dell’avvento della Pandemia) è ancora molto bassa la percentuale di italiani che sceglie una copertura integrativa adeguata a protezione della propria salute.