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L’arresto dei mandanti dell’omicidio del consigliere comunale del Pd, Gino Tommasino, aprono uno squarcio inquietante sui rapporti tra una certa area politica e la criminalità organizzata, a Castellammare di Stabia. Noi restiamo garantisti affidandoci al prezioso lavoro di magistratura e forze dell’ordine, ma allo stesso tempo aspettiamo con ansia che sulla vicenda intervengano con forza e non con le solite dichiarazioni di facciata, anche il candidato sindaco di centrosinistra e il suo paladino della legalità, quel professionista dell’anticamorra sempre pronto a lanciare strali contro il malaffare quando si tratta di inchieste che riguardano soggetti non di sinistra. A loro ricordiamo che la battaglia contro la camorra non ha colore politico e che va combattuta sempre e comunque, e che la pulizia e la trasparenza devono essere pretese prima in casa propria, a Castellammare come a Cercola, dove è stato registrato un altro imbarazzante silenzio. Questa volta a fare scena muta, un altro ‘vigile’ censore a tempo che non mi sembra sia intervenuto sull’arresto – per compravendita di voti alle elezioni del 2023 – della figlia di un boss ergastolano, già condannata per associazione mafiosa e interdetta dai pubblici uffici, all’epoca dei fatti rappresentante di lista di Europa Verde”. Lo afferma Severino Nappi, capogruppo della Lega nel Consiglio regionale della Campania.