Riprendono gli studi condotti da un team di studiosi universitari ed esperti specializzati sull’antico sito archeologico millenario delle grotte di Pertosa-Auletta che conserva i resti di una struttura palafitticola risalente a 3500 anni fa. Studio, finanziato dal Ministero della Cultura, che riprede in concomitanza con il fermo biologico che vede la chiusura al pubblico del museo del suolo, del museo speleo archeologico e delle grotte di Pertosa Auletta, fino al 13 febbraio. Uno stop dettato dalla natura con il fermo biologico che nel frattempo vedrà esperti e studiosi riprendere il lavoro di ricerca e di studio di ottomila anni di storia che caratterizzano le Grotte di Pertosa-Auletta.
Grotte gestite dalla Fondazione Mina e che rappresentano uno tra i più affascinanti ed antichi insediamenti naturali e siti archeologici del mondo.
Rilevanza storica quella delle Grotte di Pertosa Auletta, sottolineata grazie ad alcuni studi condotti nel sito dagli scienziati già fine 1800 e che evidenziarono l’esistenza di un giacimento archeologico ben stratificato e riferibile ad un lasso di tempo che interessa gli ultimi 8 millenni. Le
Grotte, attraversate da un fiume sotterraneo Negro, conservano presso l’ingresso i resti di un’estesa
struttura palafitticola collocabile attorno a 3500 anni fa tanto da costituire l’unico impianto di palafitte esistente in Europa in ambiente sotterraneo. “L’obiettivo degli studi- fa sapere la Fondazione Mida- è fornire una nuova chiave di lettura circa le dinamiche del rapporto uomo-grotta in senso diacronico”.