“Nei primi tre mesi di attività, a partire dal secondo semestre 2023, oltre 2600 cittadini hanno effettuato un primo accesso con uno psicologo di base, e sono stati superati i 9000 colloqui“: così, Armando Cozzuto, presidente dell’Ordine Regionale degli Psicologi, spiega il successo di questo servizio nell’intervista che ci ha rilasciato. “Va’ fatto ordine, innanzitutto. Il famoso bonus psicologo di cui sentiamo parlare, è nazionale, e viene erogato dall’Inps sulla base del proprio reddito. E, tra l’altro, sono stati riscontrati numeri minori, rispetto al servizio che eroghiamo noi. La Regione Campania è stata pioniera nel richiedere il servizio dello psicologo di base nei distretti sanitari. Il servizio, è partito in modo strutturato già a luglio dell’anno scorso“.
“Campania pioniera nello psicologo di base: abbiamo vinto il ricorso in Corte Costituzionale”
“Noi siamo l’unica regione ad avere 148 psicologi di base attualmente in servizio. In ogni distretto Asl, abbiamo due professionisti. Sono vent’anni, che si paventava l’introduzione nell’Asl dello psicologo di base. Oggi, è finalmente realtà. La Campania fa da apripista, a livello nazionale. L’iter legislativo sta proseguendo. Inizialmente, il Consiglio dei Ministri, si era opposto, ma abbiamo incredibilmente vinto in Corte Costituzionale. Ora, anche le altre regioni, seguono il percorso già tracciato da noi. Al servizio di psicologia di base della Regione Campania, sono stati destinati 40milioni di euro, il doppio del famoso bonus nazionale. Per quanto concerne la psicologia scolastica, servizio in fase di attuazione, sono stati destinati 1,2 milioni, con volontà ad aumentare“.
“Il Covid ha evidenziato la necessità di un supporto psicologico”
E’ corretto asserire che la pandemia Covid ha fatto da spartiacque per beneficiare di un servizio psicologico?: “Già precedentemente al Covid, c’era stato un incremento di richieste di assistenza psicologica. Dopo, c’è stata un’accelerata. Il Covid ha reso evidente la necessità di un supporto. E, contestualmente, sono decaduti i pregiudizi“.
“I giovani adulti sono coloro ad aver richiesto un colloquio con lo psicologo di base, ma ci sono anche sessantenni”
La necessità di un supporto di psicologia, magari propedeutico ad incominciare un percorso personale di psicoterapia, è sano per tutte le fasce d’età. “C’è stata una grande richiesta da parte dei giovani adulti la fascia 20-30 e 30-40, ma dopo i primi mesi abbiamo assistito anche ad un notevole incremento di richieste da parte degli adolescenti nella fascia che va dai 12 ai 18 anni. Ci sono anche 60enni. La conoscenza di questo servizio si è espansa a macchia d’olio, e le richieste sono state sempre più alte“. Beneficiare di un servizio psicologico di assistenza primaria può consentire di rispondere in modo adeguato ad eventi critici che interessano il ciclo vitale della persona: “Una bocciatura a scuola, una separazione, si può affrontare con un esperto in forma gratuita per otto incontri. Si possono prescrivere gli psicofarmaci, o gli antidepressivi, ma si devono usare con cautela, come tutti i farmaci. Talvolta, non è necessario“. In un report del 2019 da parte de Il Sole 24 Ore, era emerso che la Campania è la regione in cui si somministrano meno antidepressivi.
“La psicologia è una scienza antica, ma è una professione giovane”
A proposito di pregiudizio, è una delle piaghe contemporanee che, talvolta, discredita il buon lavoro di esperti di salute mentale: “E’ trasversale per tutte le fasce d’età. Per fortuna, c’è stata, da tempo, una graduata miglioria. La professione è giovane, ma la scienza è antica: l’ordine nasce appena nel 1989. Comunque, i giovani, sono stati sempre più inclini a rivolgersi agli esperti“.
Servizio de Le Iene: “La Procura farà luce se continua ad esercitare”
Infine, alle cronache recenti, è stato trasmesso un servizio de Le Iene in cui veniva denunciata l’originale professionalità di una dottoressa: “Si tratta di Lucia Altieri, che è stata oggetto di segnalazione all’ordine dei psicologi commissione deontologica. Il nostro ordine ha radiato dall’albo la dottoressa, quindi non può più esercitare. La radiazione è la sanzione più grave. Successivamente, c’è stato il servizio televisivo, dal quale pare che ci sia una continuazione della sua professione ma questo è di competenza della procura“.