Da oggi sarà più facile per i minori finire in carcere: nel cosiddetto Dl Caivano, approvato dal Consiglio dei ministri, si abbassa da 9 a 6 anni la soglia della pena che consente di applicare la misura della custodia cautelare. Le misure sono state illustrate dai ministri in conferenza stampa.
“Con questo decreto”, dice il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, “vogliamo affrontare il problema della violenza giovanile, specie in alcuni contesti urbani del Paese. C’è un inasprimento delle sanzioni, per adulti e minori, per il porto di arma bianca e strumenti atti ad offendere. Viene aumentata la pena per il porto d’armi in genere. Siamo intervenuti sull’applicazione delle misure di prevenzione prevedendo l’estensione di alcuni istituti previsti dalla legge alla minore età. Si introduce inoltre un aumento della sanzione per lo spaccio di lieve entità con l’arresto in flagranza del minore”.
In questi giorni uno dei temi al centro del dibattito è stato l’utilizzo dei social network e la diffusione di video e immagini violente sugli smartphone dei ragazzini: “Il decreto contro il disagio giovanile”, sottolinea a questo proposito Piantedosi, “consente al Questore di proporre prescrizioni sull’utilizzo e l’accesso a piattaforme informatiche e all’uso e al possesso di dispositivi elettronici: abbiamo scelto una formulazione che limita questo nel caso in cui la misura venga vista come necessaria. Abbiamo introdotto l’ammonimento per il reato di bullismo. Era previsto per il cyberbullismo, così abbiamo reso omogenea la normativa. L’istituto dell’ammonimento del questore”, puntualizza Piantedosi, “viene esteso anche ai minorenni di età compresa tra i 12 ed i 14 anni per reati con pena non inferiore a 5 anni”.
Passiamo al cosiddetto Daspo urbano.
“Si tratta”, spiega il ministro dell’Interno, “dell’allontanamento da alcune zone della città per chi è responsabile di comportamenti che aggravano il disordine urbano, sarà valido anche per minorenni ultra 14enni. Si interviene anche sull’altro provvedimento del Daspo per l’uso di stupefacenti, con l’allontanamento dalla frequentazione di certi luoghi: sedi universitarie, scuole, locali pubblici, ampliando anche la platea dei reati per il Daspo ricomprendendo reati di semplice detenzione di sostanze stupefacenti. Vengono anche rafforzate le misure di contrasto ai disordini in luoghi pubblici, ampliata la platea dei reati presupposto, come il porto d’armi, la violenza, la resistenza a pubblico ufficiale o se già destinario di misure cautelari in carcere, viene aumentata la pena per l’arresto per porto di strumenti atti ad offendere, aumentando la contravvenzione, e la pena per porto e abuso di armi bianche, infine inasprimento verso spaccio di stupefacenti di lieve entità per minori, sempre ultra14enni”.
“Le norme di oggi”, commenta il premier Giorgia Meloni, “sono molto importanti: su alcune materie in passato lo Stato ha preferito occuparsi di altro e non metterci la faccia, io penso che questo sia il segno di uno stato che decide di mettere la faccia su materie complesse. Siamo stati a Caivano, abbiamo preso degli impegni precisi dopo uno dei tanti fatti di cronaca che si svolgono in zone franche, dove lo Stato negli anni è indietreggiato. Proviamo a fare un modello di ciò che oggi è visto come un problema, proviamo a cambiare la faccia di quel territorio. Abbiamo preso l’impegno di riaprire il centro sportivo di Caivano entro la prossima primavera. Abbiamo messo in campo i primi provvedimenti, abbiamo stanziato i primi 30 milioni per Caivano, ma non pensate che il governo lo consideri sufficiente: verranno stanziate tutte le risorse che servono per vincere questa sfida”.
La Meloni rivela di aver incontrato oggi la madre di Giovanbattista Cutolo, il giovane musicista assassinato a Napoli: “Sono molto colpita dalla forza di questa donna”, dice il premier, “una donna che vuole combattere. Sono colpita dalla reazione per la cosa peggiore che ti possa capitare. Ho trovato una donna che vuole combattere e a queste persone delle risposte vanno date. Noi intendiamo proporre per il ragazzo la medaglia d’oro al valore civile”.
Tornando ai contenuti del decreto: “Per i reati gravi”, sottolinea la Meloni, “c’è un ammonimento e la convocazione dei genitori che possono essere chiamati in causa per la mancata vigilanza per i minori, non c’è il tema di sbattere in galera i dodicenni. C’è la galera per l’arresto in flagranza di reato per i ragazzi dai 14 ai 18 anni. Se oggi un ragazzo di 15 anni gira con un arma carica non si può arrestare. Non sono solo norme repressive, sono norme di prevenzione. Si è fatto scudo dell’uso di minori sempre più giovani e noi dobbiamo porre un freno”.