“Farei un appello a svegliarci, è un momento di mobilitazione. Vi aspettiamo numerosi venerdì 16 febbraio a Roma dove insieme con l’Anci faremo una manifestazione per chiedere un incontro con il cosiddetto ministro della Coesione e la presidente del Consiglio”.
Lo ha detto il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca nel corso della conferenza stampa, riferendosi alla polemica sulla mancata assegnazione dei fondi di sviluppo e coesione da parte del ministro Raffaele Fitto.
“Noi siamo di fronte – ha aggiunto De Luca – a un atto di delinquenza politica da parte di un ministro e da parte di questo governo che sta bloccando da un anno e mezzo i fondi di sviluppo e coesione. Con il paradosso che contemporaneamente bloccano risorse delle Regioni e dei territori e poi propongono l’autonomia differenziata. Questo è un governo di disturbati mentali, è del tutto evidente che vanno ricoverati. Delinquenza politica perché come sappiamo sono fondi ordinari, la gran parte dei quali sono destinati alle amministrazioni comunali e ai territori”.
“Faremo investimenti importanti a Caivano, dove vanno continuamente i ministri in un festival fino alle elezioni europee. Non sanno neanche dove sia Caivano, vengono portati lì e noi abbiamo messo a loro disposizione una tenda della Protezione Civile per offrire loro il tè con i pasticcini quando vengono”. Lo ha detto il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca nella conferenza stampa di oggi.
“Nessuno di noi – ha spiegato – ha mai capito che cavolo vengono a fare in pellegrinaggio in una Caivano, che non è Manhattan, dove oggi abbiamo quattro commissari nominati. Tre commissari di governo per gestire il Comune sciolto, un altro commissario aggiunto per realizzare un intervento per un impianto sportivo che era mezzo abbandonato. Nel frattempo i Carabinieri hanno recuperato un campetto, che era l’occasione per il ministro Lollobrigida per autonominarsi capotreno e capostazione e fermare il Frecciarossa, ma doveva inaugurare i giardinetti dei Carabinieri, non del Governo. Bene, in tanta effervescenza di ministri noi invece faremo degli investimenti importanti. Abbiamo deciso una variante urbanistica, concordata con i commissari del Comune di Caivano, e chiuderemo i porticati sotto molti edifici e utilizzeremo gli spazi per progetti sociali. Avremo un progetto molto bello che sarà gestito anche da associazioni religiose di formazione lavoro in tre settori per i giovani di Caivano. Abbiamo in preparazione anche la stagione musicale di Caivano, con eventi culturali ogni fine settimana, per rendere vivo e per rispettare i cittadini di Caivano, non per trattarli come quarto mondo come sta facendo il Governo nazionale”.
“Sangiuliano dice che servono progetti concreti dalla Campania sui fondi? E’ un analfabeta di ritorno”. Così il presidente della Campania Vincenzo De Luca commentando le frasi di sabato del ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, sulla polemica in merito al mancato sblocco dei fondi di sviluppo e coesione.
Sangiuliano aveva detto: “Non è che Fitto non voglia erogare risorse alla Campania, anzi vuole darle, ma la Regione ha speso solo 3,5 miliardi sui 9,3 destinati alla Campania ovvero il 37% delle risorse attribuite per la programmazione 2014-2020.
Presentateci un programma credibile e basato su esigenze concrete e lo Stato farà la sua parte e finanzierà il programma, ma non chiedeteci risorse che non sappiamo dove finiscono”.
“Siamo in guerra nei confronti di questo governo”, dice il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca parlando del blocco dei fondi sviluppo e coesione. E, rispondendo ai giornalisti, aggiunge con ironia: “Oltre queste parole potrei solo fare appello alla resistenza, alla lotta armata”.
Il governatore insiste nel sollecitare “le organizzazioni sociali e sindacali a mobilitarsi, per la manifestazione del 16 a Roma, per far sentire la voce dei territori, e per battere la delinquenza politica di cui sono espressione questo Governo e questo ministro”. Il riferimento è al ministro Fitto, contro il quale De Luca ha anche presentato denunce in sede penale e amministrative, per la mancata assegnazione dei fondi.
Lapidario anche il commento del governatore su quanto detto sabato scorso al congresso FdI della provincia di Napoli dal ministro della Cultura Sangiuliano, che motivava il mancato sblocco dei fondi sviluppo e coesione all’assenza di un programma di investimenti “credibile”: per De Luca, Sangiuliano è “un analfabeta di ritorno”.
EDILIZIA RESIDENZIALE – Sull’Erp, l‘edilizia residenziale pubblica in Campania “in questi anni abbiamo avuto una sofferenza perché abbiamo ereditato condizioni debitorie enormi e situazioni complicate. Siamo riusciti nelle discussioni a evitare aumenti degli affitti, perché ci sembrava insostenibile farli a persone che vivevano problemi post-covid e disagi sociali, ma servono fondi per manutenzioni che abbiamo stanziato con sacrifici del bilancio regionale. Lo facciamo per solidarietà”. Lo ha detto il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca nel corso della conferenza stampa sul nuovo piano Erp della Regione.
“Ora ci sono in totale – ha detto De Luca – 600 milioni di investimento, sia per la ristrutturazione che per la costruzione di nuove case. E’ una cifra importante per trasformare e realizzare alloggi bellissimi, che cancellano l’idea stessa di casa popolare e con interventi importanti in alcuni quartieri di Napoli, cercheremo di recuperare il recuperabile ma non abbiamo purtroppo – ha detto con ironia De Luca – né i marines né l’esercito israeliano, quindi direi che è meglio fare prima gli alloggi nuovi e diamo nuove case agli abitanti”.
Sulle case popolari in Campania “sappiamo che abbiamo una grande, immensa questione sociale nella quale si intrecciano problemi di povertà vera, di illegalità, di penetrazione camorristica. Intanto noi rivendichiamo il fatto che nei tre anni che abbiamo le spalle, tra Covid e crisi sociale, siamo riusciti a non aumentare di un euro i fitti anche quando l’ACER (Agenzia Campana Edilizia Residenziale) era in difficoltà di bilancio. Abbiamo integrato noi della Regione i bilanci senza caricare sulle famiglie più povere l’aumento dei costi”. Lo ha detto il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca nel corso della presentazione del nuovo progetto dell’Erp, sull’edilizia sociale.
“Adesso – spiega De Luca – siamo nella condizione di poter fare una riforma strutturale. Innanzitutto dei criteri per l’assegnazione. Calcoliamo l’ISEE, la povertà reale delle famiglie, ma anche la qualità degli alloggi che vengono offerti.
Poi affrontiamo il problema delle morosità visto che abbiamo un 30% di occupanti che non paga, una media più o meno uguale alle altre Regioni. Certo se c’è una morosità incolpevole e la gente non ha neanche il pane, è chiaro che dobbiamo dare dei contributi ulteriori, ma se ci sono i furbi, devono pagare, poco ma devono pagare. Perché le risorse incamerate servono per fare le manutenzioni”. Sulle morosità arretrate De Luca sottolinea che “chi decide di saldare le morosità – spiega – deve poter avere un contributo ulteriore da parte della Regione per mettersi in regola. Ora abbiamo approvato una piattaforma digitale per stabilire una graduatoria unica regionale per le assegnazioni degli alloggi, liberando anche i Comuni da problemi di pressioni. Poi gli investimenti. In questo momento l’Acer investe 500 milioni di euro sia in nuova edilizia sia nei progetti di ristrutturazione dei vecchi alloggi IACP ed è un programma molto importante, una prova di efficienza che ha dato l’Acer con fondi sia Pnrr che altra natura. Contiamo di realizzare davvero quartieri interi di edilizia sociale nuova con criteri anche di risparmio energetico, di modernità degli alloggi, di grande qualità. È un programma davvero imponente che guarda alla solidarietà, alla legalità, e anche alla creazione di lavoro nel campo dell’edilizia sociale”.
De Luca partendo dalla situazione a Napoli di Taverna del Ferro, dove sono cominciati i lavori di abbattimento e ricostruzione di case popolari, ha sottolineato che gli occupanti attuali “se hanno diritto ad un alloggio e hanno compiuto un anno di abusivismo nel momento in cui si sono insediati forse si può trovare una soluzione, un’alternativa di abitazioni. Se non hanno diritto all’alloggio popolare se ne devono andare, ma a questo punto il problema riguarda il ministro Piantedosi e la Prefettura, non le istituzioni elettive. Se si svegliano probabile che si risolva anche questo problema. Si valuta caso per caso, perché serve un po’ di buon senso perché dopo vent’anni è evidente che ci vuole un’attenzione in più. Questi problemi vanno risolti un minuto dopo l’occupazione abusiva, non vent’anni dopo”.