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Quella della Meloni a Caivano è stata “una performance un po’ volgare studiata a tavolino. Ha fatto tutto lei. Abbiamo avuto la conferma di una sensazione di inadeguatezza della presidente del Consiglio per il suo ruolo, è presidente del Consiglio a sua insaputa”. Lo dice, nella diretta Fb del venerdì il governatore della Campania, Vincenzo De Luca.
Forse non ha capito – aggiunge – che rappresenta tutti gli italiani e si trova in una istituzione un po’ diversa da una sezione di partito”.

Sulla contrapposizione culminata con la frase della premier (“sono la stronza della Meloni”), il presidente della Regione spiega di voler fare “una operazione verità” nel corso della consueta trasmissione del venerdì che oggi è iniziata con ritardo. In apertura De Luca ha ricordato Giacomo Matteotti e “peccato che il governo si sia dimenticato di Brescia” e “peccato che solo due anni fa quando c’è stato l’assalto squadristra alla Cgil e nessuno abbia speso parole di condanna”.
De Luca ha “detto governare non significa conquistare il bottino ma esercitare una funzione”. La vicenda di Caivano “parte dalla nostra manifestazione di Roma. Avverto fastidio perché parlare di queste cose significa perdere tempo”.

Abbiamo conosciuto una presidente del Consiglio specializzata nel dire una cosa e nel fare sempre il contrario”. E’ un Vincenzo De Luca, governatore della Campania, lancia in resta, nel corso della conuseta diretta del venerdì, contro la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.
Dice siamo che i primi in tutto, nella crescita, nel Pnrr ma non sappiamo quanti sono i cantieri aperti e non si capisce quanti sono i miliardi dati in prestito, da restituire”, ha proseguito.
Dovremmo sollecitare tutti gli esponenti che forniscono dati: dite da dove li prendete. Cosi’ i cittadini possono verificarlo”, ha aggiunto.
La Meloni, a giudizio di de Luca “non si confronta con nessuno. A me capita di fare questa diretta ma io vado in giro per il territorio regionale e ogni volta mi ritrovo intorno una decina di giornalisti alla volta e rispondo. Almeno una volta al mese presentati davanti ai giornalisti in maniera pubblica, senza scappare”.

Io ho criticato il presidente del Consiglio per vicende politiche, per il fatto che i fondi sono bloccati da un anno, perché stanno affondando in una palude burocratica. La donna non c’entra nulla”. Lo ha detto Vincenzo De Luca, governatore della Campania, nel corso della consueta trasmissione del venerdì.
Da oggi per tranquillità della Meloni mi limiterò a fare una sola domanda: quando firmi. il patto con la Campania? Facciamo un dibattito pubblico dove, quando e come vuole. Parliamo del Sud, della coesione, della sanità e del’unico governo di destra che complica le cose con la palude burocratica”, ha detto ancora.
Io sono un artigiano della politica e non uno statista come la Meloni e l’unica mia ambizione è quella di lavorare tranquillamente, non sono un maggiordomo. Vedo alcuni amici esponenti di Governo che non hanno senso di ironia. Meloni ha sofferto tanto in quattro mesi per preparare quella perfomance di Caivano e per questo le do la mia solidarietà per la sofferenza vissuta. Si rilassi e pensi a cose più concrete”, ha concluso dicendo “che dobbiamo mettere in campo risorse di sobrietà perchè il nostro Paese è su una china delicata”.

Dopo la figuraccia di Caivano è venuta fuori un’altra invenzione: per riparare il disastro: ha detto che ha subìto un attacco sessista. Ora la cosa diventa imbarazzante. Una donna dura che è vittima del sessismo?”. Lo ha detto Vincenzo De Luca nel corso del consueto appuntamento del venerdì.
Un governo serio avrebbe dovuto fare questo accordo subito, già a fine agosto scorso. Abbiamo perso un anno”, ha aggiunto tornando sulla vicenda della mancata sottoscrizione del patto per i fondi di coesione.
De Luca ha ricordato di aver incontrato ad agosto scorso la presidente Meloni all’aeroporto di Capodichino rappresentandole le esigenze della Campania e poi ha fatto un’analisi degli impegni di spesa e dei pagamenti di tutte le Regioni “ma loro per mesi hanno raccontato cifre false”.
“Per mesi non si è mossa una foglia. A questo punto abbiamo deciso di fare una manifestazione a Roma e un ricorso al Tar che ha spiegato che un iter amministrativo non può durare all’infinito e poi il ministero della Coesione ha fatto un ricorso al Consiglio di Stato”, ha proseguito.
Poi ha ricostruito quanto avvenuto a febbraio nel corso della manifestazione di Roma quando “alcuni sindaci finora addirittura identificati; una manifestazione che venne intimidita”.
Meloni, dalla Calabria “disse a 550 sindaci, amministratore e amministratrici in piazza di andare a lavorare. Un insulto vero che creò tensione” ma in quell’occasione non ci fu occasione di confrontarsi con il governo “uno scandalo vero, un segnale di una perdita di cultura democratica”.
“A Montecitorio dove vado per bere un bicchiere d’acqua – ha proseguito – alcuni giornalisti mi riferiscono di nuovo delle dichiarazioni della Meloni. E alcune persone hanno registrato un fuori onda. Una vera offesa”.
Quando c’è stato un fuori onda che ha “riguardato la Meloni le ho espresso la solidarietà ma ci sono stati organi di informazione che anzichè parlare del blocco dei fondi di sviluppo e coesione hanno discusso di un insulto del tutto inesistente perchè in un Paese civile i fuori onda si mettono da parte”.
“Ma dopo quattro mesi a Caivano la Meloni si presenta come una portatrice di una vendetta. Non ci sono parole ma il problema non è stato risolto”, ha aggiunto.

 

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