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“Il segretario del Pd ha espresso solidarietà ad alcuni esponenti del partito in relazione a delle espressioni dal tono forte che ho usato nei giorni scorsi. Devo ricordare al segretario del Pd che sono due anni che il presidente della Regione Campania è insultato e attaccato personalmente da esponenti del Pd, in qualche caso membri della segreteria nazionale. Sono due anni che, anzichè fare i conti col governo Meloni, si divertono ad attaccare il presidente della Regione Campania”. Così il governatore campano Vincenzo De Luca nel corso del settimanale appuntamento social del venerdì dopo che Elly Schlein aveva espresso solidarietà ai dirigenti del partito oggetto degli strali del governatore domenica scorsa. “E’ un peccato perché questi insulti vanno a coprire i buoni risultati che sta ottenendo la Campania. Non credo si stia così in una comunità plurale. In una comunità ci si rispetta. Tutti utili, nessuno indispensabile e nessuno eterno”, aveva detto Schlein.

Bene sulla conferma del cuneo fiscale, non sui fondi destinati alla sanità. E’ il giudizio alla manovra di bilancio del governatore campano Vincenzo De Luca che ha commentato le anticipazioni sulla Finanziaria nel corso dell’appuntamento social del venerdì. “Un elemento positivo – ha detto De Luca – la conferma dell’abbattimento del cuneo fiscale. E’ stato uno sforzo importante da parte del Governo la conferma di quanto approvato lo scorso anno. Poi però ci sono altre misure più di forma che di sostanza e c’è la questione sanità. Hanno detto che dalle banche arrivano 3,5 miliardi di euro: è una finzione. In realtà è solo un prestito”.

“L’attuale programmazione dei fondi europei per la coesione ha portato a risultati insoddisfacenti. È necessario subordinare l’erogazione delle risorse al raggiungimento di obiettivi precisi, seguendo il metodo Pnrr”. Così l’Associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno nell’ultima pubblicazione de ‘I Quaderni Svimez’, curata da Luca Bianchi e Ferdinando Ferrara. L’analisi della Programmazione 2014-2020, fatta nello studio Svimez, evidenzia un’allocazione distorsiva delle risorse, con una sproporzionata concentrazione su agevolazioni per le imprese a scapito di infrastrutture essenziali. Le conseguenze sono chiare: una riduzione di investimenti fondamentali in settori strategici come ambiente, ICT, mobilità e servizi sociali. In sostanza, spiega all’ANSA il direttore generale di Svimez Luca Bianchi “Il vincolo della rendicontazione, ha fatto sì che si tende a favorire obiettivi per i quali spendere diventa più facile, ed ecco che buona parte delle risorse si trasforma in incentivi alle imprese alle quali va la quota più consistente delle risorse”. Al termine della programmazione – si legge infatti nello studio Svimez – le risorse destinate a favore delle imprese superano i 9,2 miliardi di euro, che ne fanno, con il 31,7%, l’area con la maggiore quota di risorse.

“Si tratta sicuramente di un dato preoccupante, soprattutto perché associato a scelte programmatorie che hanno sacrificato risorse per la realizzazione di infrastrutture per lo sviluppo economico e sociale” rivela Svimez. “Questo approccio di semplice rendicontazione della spesa e non legato al raggiungimento di obiettivi di crescita o di riduzione dei divari, ha portato a risultati limitati. Ne è prova il fatto che l’Italia pur collocandosi al secondo posto in termini di risorse ricevute, non abbia riportato risultati eclatanti in termini di coesione” sottolinea ancora Svimez. E il divario del Sud permane.