Riceviamo e pubblichiamo la nota stampa a firma del vicepresidente della Regione Campania, Fulvio Bonavitacola, in risposta a Calderoli.
“Di recente il Ministro Calderoli si è esibito in una rappresentazione di dati su presunte anomalie dei costi esagerati per acquisti di beni e servizi in Regione Campania , con particolare riferimento a costi energetici e di riscaldamento. Si tratta di dati che meritano decisa smentita.
Per quanto riguarda le spese per acquisti di beni e servizi (in cui rientrano anche spese per consumi d’energia e di riscaldamento), rapportando tale voce come percentuale di spesa rispetto alle complessive uscite del bilancio regionale, non emerge al una alcuna patologia. In Campania (fonte www.agenziacoesione.gov.it/ sistema conti pubblici territoriali) tali spese sono il 23,9 % (al di sotto della media nazionale del 25,6%), a fronte del 25,7 dell’Emilia Romagna, del 29,1% della Lombardia , del 23,6% della Toscana, del 24,2% del Veneto.
Venendo specificamente ai costi energetici, basta fare qualche esempio per smentire radicalmente le affermazioni di Calderoli.
Sul sito agenas.gov.it è indicata la spesa pro capite per consumi energetici nel settore della sanità pubblica (euro/abitante). A livello nazionale la spesa media per abitante è di euro 54,33. A livello delle singole regioni i dati sono questi: Emilia Romagna 74,12 ; Toscana 70,66 ; Puglia 52,05 ; Veneto 71,61; Piemonte 53,48 ; Marche 57,83 ; Lombardia 52,54; Campania 31,86.
Anche per quanto riferito alle spese di riscaldamento non si capisce da dove vengano fuori i dati di Calderoli.
Il Report ISTAT (sito www.istat.it) indica che la spesa energetica media annuale per ogni famiglia residente è più alta nel Nord del Paese (1.555 nel Nord-est e 1.533 nel Nord-ovest), si attesta a livelli intermedi nel Centro (1.385 euro) e tocca i valori minimi nel Sud e nelle Isole (1.257 euro e 1.145 euro, rispettivamente). A livello regionale i valori massimi si registrano in Valle d’Aosta-Vallée d’Aoste (1.762 euro), Piemonte (1.630 euro), Veneto (1.587 euro) e Umbria (1.563 euro), mentre le spese minime si riscontrano in Sicilia (1.084 euro), Puglia (1.147 euro) e Campania (1.242 euro).
I nostri dati Sono reperibili presso le fonti indicate, peraltro tutte governative: agenzia coesione, Agenas, ISTAT. Le fonti di Calderoli quali sono? C’è’ solo un generico riferimento alla Ragioneria generale dello Stato. Ma quali atti? Quali datI, Quali tabelle? Dove sono reperibili?
Non vorremmo che l’uso distorto dei dati sia utilizzato strumentalmente solo per tentare di rilanciare l’iniziativa sull’autonomia differenziata”.