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di Gigi Caliulo

Il Costa d’Amalfi ha neppure un anno di “nuova vita” eppure ha già superato clamorosamente ogni più rosea previsione numerica. Sei vettori di linea internazionali (British Airways, EasyJet, Volotea, Ryanair, Wizzair e Vueling) per un totale di diciassette collegamenti ed una compagnia charter che ha già programmato i voli per la stagione estiva. Senza contare l’aviazione generale che, tra tariffe concorrenziali (Salerno è sul podio tra gli scali più “economici” in Italia) e rapidità di operazioni e trasporto, ha puntato con decisione sul secondo aeroporto campano.

Tutto, insomma, sembra convergere con decisione verso il definitivo decollo – dopo pochi mesi di rodaggio – dello scalo internazionale di Pontecagnano che, tra pochi mesi, vedrà anche l’inaugurazione della nuova aerostazione per i voli privati che, durante la fase di costruzione della nuova struttura per i voli di linea, verrà impiegata come soluzione temporanea per tutte le compagnie aeree.

Eppure si continua a non guardare la Luna bensì a soffermarsi sul dito che la indica.
E così nel giorno in cui Volotea ufficializza di voler ancora di più investire sugli orizzonti internazionali di Salerno con l’annuncio del volo da e per Lione (rinunciando a due destinazioni interne, certo, ma non fondamentali per la crescita dello scalo come Catania e Verona), tra chi oggi fa dell’aeroporto un motivo di vanto ma fino a qualche anno fa ne voleva fare “un campo di broccoli” e chi lancia allarmi immotivati solo perché un semplice tour operator ha deciso di non confermare i pochi voli charter previsti per l’estate a pagarne le spese è il territorio e la struttura stessa, finita agli onori della cronaca per colpa di cervellotiche avvisaglie che non hanno ragione di essere amplificate.

Torino, Milano-Bergamo, Londra, Parigi, Nantes, Marsiglia, Barcellona, Bucarest, Tirana, Vienna, Bruxelles e – da oggi, come detto – anche Lione sono “ad un tiro di schioppo” da Salerno grazie alla preziosa sinergia con Capodichino ed al lavoro di Gesac: la gestione aeroportuale congiunta ha permesso a Salerno di avere un aeroporto vero ed i risultati sono evidenti. Chi sta portando avanti inspiegabili battaglie di bandiera è rimasto ancorato ai tempi in cui si credeva che solo l’arrivo dei charter avrebbe potuto rilanciare lo scalo salernitano. Non accettare il cambio di passo del Costa d’Amalfi è il segnale tangibile di una classe imprenditoriale e di un settore che a Salerno hanno ancora bisogno di crescere, e molto.