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Ad agosto del 2018, con 155 voti a favore, 125 contrari e un solo astenuto, è diventato legge il cosiddetto “Decreto Dignità”, un insieme di provvedimenti promossi dall’allora ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico Luigi Di Maio. Al centro di questo decreto vi erano una serie di misure quali per apportare miglioramenti delle condizioni dei cittadini italiani relativamente ad ambiti quali il lavoro, la scuola, le delocalizzazioni e il gioco d’azzardo. E proprio di quest’ultimo settore, ci occuperemo, vedendo in quale modo ha influito il Decreto Dignità.

“Decreto Dignità”: cos’è cambiato per il gioco d’azzardo

Dopo l’approvazione del Decreto Dignità sono stati applicati provvedimenti di diversa natura per regolamentare ulteriormente il gioco d’azzardo in Italia. Alcuni sono stati di natura squisitamente tecnica, ad esempio con l’applicazione della scritta “Il gioco nuoce gravemente alla salute” sulle slot machine, sui Gratta e Vinci e sulle lotterie istantanee di qualunque tipo.

 Per giocare alle slot machine terrestri, inoltre, da quando è entrato in vigore il Decreto Dignità, è necessario esibire all’esercente la propria tessera sanitaria, una misura, quest’ultima, che è stata concepita in primo luogo per aggiungere uno strumento in più per la tutela dei minori. Per gli esercizi commerciali e i punti vendita che scelgono di evitare l’installazione di apparecchi da gioco, inoltre, è da allora consentito esibire il logo di Stato recante la scritta “No slot”.

 Ovviamente gli effetti del Decreto Dignità non hanno interessato soltanto sale da gioco e casinò terrestri, ma anche i portali di gioco online, sebbene per questi ultimi (che spesso offrono bonus senza deposito immediato) l’esperienza per gli utenti sia nettamente meno restrittiva (infatti l’esibizione di documenti viene richiesta solo in fase di registrazione del conto di gioco).

Il divieto di pubblicità per il gioco

Uno degli effetti più impattanti del Decreto Dignità sul settore del gioco d’azzardo è stato quello del divieto di pubblicità per il gioco e le scommesse (una decisione che ha avuto effetti anche in altri ambiti strettamente correlati, come quello delle sponsorizzazioni sportive, facendo perdere svariati milioni di euro alle società che erano sponsorizzate da bookmaker).

 Con l’obiettivo di garantire un contrasto della ludopatia, termine con cui è conosciuto il disturbo da gioco d’azzardo, l’articolo 9 del decreto-legge 12 luglio 2018, n. 87, recante “Disposizioni urgenti per la dignità dei lavoratori e delle imprese”, convertito con modificazioni dalla legge 9 agosto 2018, n. 96 (cd Decreto dignità)  ha fatto divieto di “qualsiasi forma di pubblicità, anche indiretta, relativa a giochi o scommesse con vincite di denaro nonché al gioco d’azzardo, comunque effettuata e su qualunque mezzo, incluse le manifestazioni sportive, culturali o artistiche, le trasmissioni televisive o radiofoniche, la stampa quotidiana e periodica, le pubblicazioni in genere, le affissioni e i canali informativi, digitali e telematici, compresi i social media”. Il suddetto divieto è da considerarsi valido a “carico del committente, del proprietario del mezzo o del sito di diffusione o di destinazione e dell’organizzatore della manifestazione, evento o attività” (art. 9, comma 2).

 Come detto in precedenza, lo scopo principale di tale divieto va rintracciato in una ferma azione di contrasto della ludopatia e nel rafforzamento della tutela del consumatore/giocatore, con particolare riferimento alle categorie vulnerabili (giocatori patologici, minori, anziani). 

 Il ministero della Salute e quello dell’Economia, dall’entrata in vigore del Decreto Dignità monitorano il volume d’affari realizzato dai giochi d’azzardo e la loro distribuzione sul territorio per mezzo di una banca dati che è stata creata ad hoc e ne riferiscono in seguito i risultati al Parlamento. Per chi trasgredisce il divieto di fare pubblicità al gioco d’azzardo e alle scommesse sono previste multe che vanno dal 5% al 20% del valore della sponsorizzazione.