E’ oramai in corso da settimane, anche quest’anno, la Campagna nazionale “Basta botti 2023” del Partito Animalista Italiano, insieme ai suoi partner tra cui l’associazione nazionale dei consumatori “Difesa Consumatori e Contribuenti”. Aumentano i Comuni “Botti Free”, e cioè che deliberano divieti e sanzioni, ma non bisogna abbassare la guardia. Quest’anno, come riporta il portavoce della Campagna, Cristiano Ceriello, è ancora più sempre forte l’esigenza di tutelare i più deboli ed il rispetto sociale.
Negli ultimi anni di medesime campagne, come sostiene il Partito Animalista Italiano, molti Comuni hanno già vietato i cosiddetti “botti di capodanno” in quanto l’indiscriminato caos, l’inquinamento dovuto dalla diossina dei botti, i rumori da esplosioni che provocano danni ad ambiente e animali (anche domestici), violano anche l’articolo. 13 del Trattato di Lisbona li tutela e i Comuni sono comunque da ritenersi responsabili in caso di danneggiamenti a cose, persone, animali o terzi, per danni provocati dai “botti” ed esplosioni da fuochi artificiali nel territorio di competenza.
Addirittura ultimi dati hanno rilevato che la diossina sprigionata nei giorni di Capodanno su un territorio equivale alla stessa quantità di diossina sprigionata da un inceneritore in 120 anni di attività (rapporto Cewep). Molti Comuni in Italia hanno già deliberato da anni il divieto, altri sono titubanti, altri ancora totalmente silenziosi al riguardo. Pertanto, anche tramite le Prefetture Italiane, l’iniziativa prosegue per ottenere il maggior numero di divieti possibili ricordando come sia accertato che fuochi e botti di capodanno, con la propria diossina, siano di gran lunga più inquinanti delle note emergenze rifiuti che hanno martoriato il territorio italiano. Pure grazie ai partner, come “Difesa Consumatori e Contribuenti”, il Partito Animalista Italiano punta all’ambizioso obiettivo di rendere metà dei comuni italiani “botti free”. E ancora, sarà fondamentale dopo i divieti, operare il maggior numero di controlli possibili. I divieti vanno fatti applicare, anche perchè in caso contrario i Comuni sarebbero beffati due volte, in primis non ottenere il rispetto dei divieti, oltre che perdere gli incassi delle sanzioni che sarebbero potute essere elevate e successivamente riscossione.
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Campagna “Basta Botti 2023”, il Partito Animalista lancia l’appello alle Prefetture italiane
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