“L’Italia è un paese accogliente, Lampedusa è un esempio. Nel 2018, Peter Farrelly realizzò Green Book, che raccontava la storia di un pianista di colore che attraversava l’America per fare dei concerti, accompagnato da un italo americano, il quale tocca l’intolleranza degli americani veramente razzisti. Non disconoscevano il valore del pianista, ma gli impedivano l’utilizzo della sala da pranzo, oppure l’utilizzo dei servizi. Questo è un percorso che bonifica il pianista italo americano che capisce, davvero, cosa vuol dire razzismo”. Aurelio De Laurentiis è presente al Jumbo 1 di Trentola Ducenta per il convegno organizzato sul razzismo in Italia. Insieme al presidente del Napoli, c’è anche Juan Jesus. Di seguito, la sintesi del suo intervento.
“Non c’è razzismo in Italia: ci sono dei focolai di intolleranza verso religione e omosessualità“
“L’Italia non è razzista, è intollerante verso alcuni concetti di diversità: l’appartenenza a diverse religione, la tendenza sessuale. La religione è cultura, e non può essere strumentalizzata per contrapporre gli uni agli altri. In Italia si dibatte troppo, dovremmo fare di più, ma è pericoloso, altrimenti saremmo un paese troppo destrorso. Quindi, si rischia di dilatare, nel tempo, l’applicazione di alcune soluzioni piuttosto facili da trovare“.
“Juan Jesus è stato superiore, è così che si sconfigge il razzismo”
Di fianco al presidente De Laurentiis, c’è anche Juan Jesus, che è stato, suo malgrado, agli onori delle cronache di qualche mese fa per il noto gesto di un difensore dell’Inter che lo ha appellato in modo, appunto, razzista: “Credo che queste intolleranze si riferiscono anche ad alcune frustrazioni personali, come quanto accaduto a Juan Jesus: la superiorità esperienziale fa sì che accetti certi sgarbi in nome della superiorità, appunto“.
“La scuola non basta, ci sono professori che non possono educare i ragazzi. I bambini, per fortuna, non sono razzisti”
“I bambini, oggi, sono in delle classi miste dove l’accoglienza ed il gioco è alla base. Però, man mano che si cresce, c’è il bullismo, in cui il razzismo lo fa da padrone, a questo brutto atteggiamento. Lo stato non è mai funzionato, perché c’è un problema educazionale nelle famiglie, che lavorano, e non possono tutelare con la loro presenza i loro figli, i quali risentono, perché la scuola non basta, non è adeguata: ci sono professori che non sono in grado di educare, modernamente, i nostri ragazzi“.
“Non dobbiamo farci prendere dalla fretta… I prossimi dieci giorni saranno decisivi”
Pungolato simpaticamente dal relatore, il prof. Guido Trombetti, prima di andar via De Laurentiis saluta la platea: “Non dico niente perché non posso dirlo… Non dobbiamo farci prendere dalla fretta, ma, in nome dell’equità, dobbiamo valutare con calma tutti gli aspetti: i prossimi dieci giorni saranno decisivi“. Naturalmente, il riferimento è al nuovo allenatore del Napoli, i riflettori sono tutti su Antonio Conte.