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C’è una realtà nel mondo del cinema che spesso sfugge all’immaginario collettivo, catalizzato dai grandi divi: quella di chi, sotto i riflettori del grande schermo, gioca un ruolo non da protagonista, ma che resta comunque fondamentale, ovvero quello della comparsa. Per alcuni svolgere le funzioni di comparsa può costituire soltanto una parentesi effimera, un modo per entrare a piccoli passi nel sogno della decima arte. Ma per altri è a volte qualcosa di ben più concreto, che consente di sopravvivere, e magari – grazie al grande gioco del cinema – di non soccombere alla tristezza, di riprendersi dai momenti difficili e di restituire dignità ad una vita segnata da incertezze e difficoltà. 

È quanto emerge dal documentario “Anche oggi si lavora”, diretto da Massimiliano Pacifico, presentato oggi per la prima volta al cinema America Hall – dinanzi ad una folta platea di studenti e addetti ai lavori – in occasione del Napoli Film and Audiovisual Festival (NA.F.A.FE’). Ne è protagonista Salvatore Marino, oggi 60enne che, su input del regista, durante la pandemia da Covid si è messo in gioco filmandosi e così raccontando la sua vita, segnata da un periodo di disoccupazione, di sofferenza e di lotta contro la malattia. Ma anche di un possibile affrancamento, raggiunto attraverso le tante esperienze sui set cinematografici, fattore che gli ha permesso di risollevarsi e guardare avanti.
Ex tecnico in un negozio di ottica ritrovatosi disoccupato nel periodo della pandemia, Salvatore aveva visto ridursi la propria quotidianità ad una triste routine, segnata dalle levatacce della moglie – costretta a svolgere lavori umili per guadagnarsi da vivere – e dalla sua forzata presenza in casa, insieme al figlio. Ma nonostante la frustrazione e la tristezza che ne permeavano le giornate, Salvatore non si è mai arreso, affrontando anche il Covid e un ricovero in un ospedale partenopeo cui hanno fatto seguito lunghe settimane di riabilitazione in una clinica sannita.
Il suo racconto, però, non è quello di un uomo piegato dalla vita. Tra le traversie emergono comunque sprazzi di umorismo spesso utili a mascherare la tristezza. Sorrisi che nascono dalla necessità di andare avanti, di non abbattersi. “Volevo raccontare la mia storia, le difficoltà, ma anche il riscatto che sono riuscito a ottenere, non solo per me, ma anche per la mia famiglia”, racconta.
La svolta arriva quando Salvatore riceve la telefonata tanto attesa: è stato selezionato come comparsa per Gomorra. Un’opportunità che, pur nella sua semplicità, diventa un momento di gioia e speranza. Un sogno che per lui significa non solo diventare parte di un mondo sempre vagheggiato, ma anche di poter dare un contributo concreto alla sua famiglia. Inizia così un percorso che lo porterà a entrare in contatto con altri set cinematografici, come quello di un film di Vincenzo Salemme e tanti altri.
Il documentario prende le mosse dalla volontà di raccontare la quotidianità di una persona come tante, ma che ha trovato nella figurazione cinematografica l’opportunità per una rinascita. “Quando abbiamo iniziato a raccogliere i filmati nel 2020 ci eravamo rivolti ad una pluralità di soggetti, ma alla fine abbiamo deciso di concentrarci solo sulla storia di Salvatore e della sua famiglia. Ci ha colpito profondamente la sua capacità di riprendersi, di raccontarsi e di non arrendersi”, spiega Pacifico, regista e casting director.
Il lavoro, ha precisato il regista, è stato costruito interamente in fase di montaggio: “È senza filtri, non c’è nulla di artefatto. Abbiamo lavorato molto in sala montaggio (con Diego Liguori, musiche di Mariano Bellopede, ndr) perché volevamo che ogni scena fosse autentica, senza finzioni. Salvatore ci ha dato tutto senza mai risparmiarsi. È un film che rappresenta il realismo assoluto”, aggiunge Pacifico.
La spontaneità del protagonista, la sua genuinità, ma anche la sua forza nel superare i momenti più difficili, sono emerse con grande evidenza e sono state colte anche oggi dalla platea di giovani – alcuni emozionatisi – che non si sono perciò risparmiati nell’applauso finale. 
La prossima proiezione di “Anche oggi si lavora” avverrà presso la sala Assoli del Teatro Nuovo domenica 4 Maggio, data simbolica per il lockdown