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Va avanti da circa otto ore l’interrogatorio fiume di Filippo Turetta che sta rispondendo, nel carcere di Verona, alle domande del pm di Venezia Andrea Petroni sull’omicidio dell’ex fidanzata Giulia Cecchettin, aggredita tra Vigonovo e Fossò l’11 novembre, colpita con una ventina di coltellate e morta dissanguata.

Il 21enne, poi, nascose il cadavere vicino al lago di Barcis, in una zona montuosa in Friuli. Corpo che fu ritrovato una settimana dopo.

Tre giorni fa davanti al giudice Turetta, con le sue dichiarazioni spontanee, oltre a dirsi “affranto” e a spiegare che vuole “pagare”, ha fatto cenno ad un black out mentale, lasciando spazio, però, ad una volontà di collaborazione. Ha spiegato, infatti, che sta cercando di ricostruire “nella memoria” cosa gli è “scattato” in testa quella sera dell’11 novembre, tra Vigonovo e Fossò. “Voglio parlare”, sembra abbia detto ai legali, gli avvocati Giovanni Caruso e Monica Cornaviera, nei colloqui in carcere di questi giorni. In contemporanea oggi sono in corso a Padova gli esami autoptici che potrebbero fornire risposte sul numero di coltellate (una ventina, secondo la prima ispezione sul cadavere) e su quale lama sia stata usata da Turetta: quella da 12 centimetri recuperata nell’auto in Germania o quella del coltello da 21 centimetri trovato spezzato nel parcheggio di via Aldo Moro. O entrambi. Bisognerà accertare, inoltre, se siano presenti ferite di altra natura, da calci o pugni. E se Turetta abbia infierito su Giulia quando lei era ancora viva. Ciò potrebbe portare la Procura a contestare l’aggravante della crudeltà, mentre l’interrogatorio si concentrerà sull’ipotesi di una premeditazione. Turetta potrebbe decidere di rispondere ad alcune domande e ad altre no. Gli accertamenti medico legali dovranno anche stabilire se sia stato inferto un fendente letale nella zona del collo o se la botta alla testa subita, quando è stata spinta a terra su un marciapiede mentre tentava di scappare, abbia causato la morte. Fondamentale stabilire anche l’arco temporale, cioè se Giulia è morta verso le 23.40, quando le telecamere della zona industriale di Fossò hanno ripreso l’ultima fase della aggressione, o se era ancora viva quando è stata caricata in macchina prima della fuga di Turetta.

Intanto è in corso l’autopsia sul corpo di Giulia Cecchettin, la 22enne di Vigonovo uccisa dall’ex fidanzato, Filippo Turetta. L’esame si svolge nell’istituto universitario di Medicina legale a Padova.

La Procura ha incaricato il professore Guido Viel. Dall’autopsia i magistrati si attendono, tra le altre, risposte in ordine all’ora e alle cause della morte, anche per capire se Giulia fosse già morta quel sabato notte quando Turetta da Fossò, luogo dell’aggressione, cominciò sua fuga in auto. All’esame prendono parte, per i Cecchettin i consulenti Stefano D’Errico e Stefano Vanin, per Turetta la dottoressa Monica Cucci.

“Non sappiamo quando potrà durare l’indagine, dipende dalla lesività che verrà riscontrata. I tempi si decidono man mano che l’indagine va avanti, da quello che viene rinvenuto”. Lo ha detto Anna Aprile, dirigente dell’unità operativa di Medicina Legale dell’ospedale universitario di Padova, riferendosi all’esame necroscopico in atto sul corpo di Giulia Cecchettin. La dirigente ha precisato che sul corpo verrà eseguita anche una Tac. Rispondendo ai cronisti, sull’aspetto umano di questa vicenda, Aprile ha affermato: “era una giovane donna, frequentava la nostra Università, la sentiamo come una perdita comune, non solo della famiglia, ma di tutta la comunità. Giulia è entrata nel cuore di tutti”.

Saranno effettuati, infine, nelle prossime settimane alcuni accertamenti irripetibili, come quelli sulle tracce di sangue e sulla macchina e sui coltelli, tutti affidati al Ris di Parma.