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Negli ultimi anni si è assistito a una crescita delle tariffe del servizio idrico di circa il 5% annuo, anche se quelle italiane rimangono tra le più basse d’Europa. Il valore degli investimenti sostenuti dalla tariffa è aumentato fino a circa 4 miliardi l’anno. Tuttavia le perdite sono ancora elevate e mediamente pari a circa il 42% dell’acqua immessa in rete. E’ quanto emerge dal Blue Book 2024 promosso da Utilitalia e realizzato dalla Fondazione Utilitatis, sul servizio idrico integrato, e dal Libro Bianco 2024 “Valore Acqua per l’Italia” di The European House-Ambrosetti presentati alla viglia della Giornata mondiale dell’acqua che si celebra il 22 marzo. Il Pnrr “sta dando un impulso significativo, grazie anche alle risorse aggiuntive derivanti dalla recente rimodulazione del Piano, che ha permesso di stanziare circa un miliardo di euro” in più per la riduzione delle perdite. Il fabbisogno di settore è stimato in almeno 6 miliardi l’anno: serviranno dunque risorse aggiuntive pari a circa 0,9 miliardi di euro l’anno fino al 2026, e pari ad almeno 2 miliardi di euro l’anno dopo la chiusura del Pnrr, per innalzare l’indice di investimento annuo e raggiungere i 100 euro per abitante, avvicinandosi così alla media di altri Paesi europei di dimensione simile all’Italia.