La siccità italiana ha raggiunto “livelli preoccupanti” tanto che è stata registrata nel 2022 una perdita del 51,5% delle risorse idriche rinnovabili rispetto alla media storica dal 1950. A fotografare la situazione è la Community Valore acqua per l’Italia di The European House – Ambrosetti. E nel 2023 temperature in crescita ed effetti dell’azione dell’uomo hanno generato nuova pressione sulla risorsa idrica. Sono già dodici le Regioni ad alto stress idrico – con il Sud ai primi posti – e destinate ad aumentare.
Basilicata, Calabria, Sicilia, Puglia sono le più esposte in assoluto, seguite nell’ordine da Campania, Lazio, Marche e Umbria, Toscana, Molise, Sardegna e Abruzzo. Gli esperti – riporta la Community Valore acqua – stimano che entro il 2030 lo stress idrico si intensificherà ulteriormente in alcune Regioni italiane, con un incremento dell’8,7% in Liguria, del 6,1% in Friuli-Venezia Giulia e del 5,7% nelle Marche.
A livello europeo, la penisola si colloca come quarto Paese dell’Ue per stress idrico, con un indice di 3,3 su 5. Solo Belgio (4,4), Grecia (4,3) e Spagna (3,9) presentano valori peggiori.
In Campania è di 4,7 il tasso di ‘stress’ idrico secondo quanto emerge dalla rilevazione di Community Valore acqua per l’Italia di The European House – Ambrosetti. Tra le Regioni più a rischio, la Campania si colloca al quinto posto dopo Basilicata, Calabria, Sicilia e Puglia. Lo stress idrico è definito come il rapporto tra i prelievi idrici e la disponibilità di acque superficiali e sotterranee. La siccità italiana ha raggiunto “livelli preoccupanti” tanto che è stata registrata nel 2022 una perdita del 51,5% delle risorse idriche rinnovabili rispetto alla media storica dal 1950. Nel 2023 temperature in crescita ed effetti dell’azione dell’uomo hanno generato nuova pressione sulla risorsa idrica. Sono già dodici le Regioni ad alto stress idrico – con il Sud ai primi posti – e destinate ad aumentare.