Tempo di lettura: 2 minuti

“La scuola in Italia è attraversata da profonde diseguaglianze nell’offerta dei servizi educativi, che compromettono i percorsi di crescita di bambini, bambine e adolescenti, soprattutto nelle regioni del Sud e delle Isole, dove si continuano a registrare, nonostante i miglioramenti, livelli di dispersione scolastica tra i più alti in Europa. Eppure, soprattutto in queste regioni, dove il bisogno è maggiore, le risorse e gli interventi del PNRR per l’istruzione già avviati, non sono sufficienti a colmare i gravi divari esistenti”. E’ l’allarme lanciato da Save the Children, che, in occasione della ripresa dell’anno scolastico, diffonde il Rapporto “Scuole disuguali. Gli interventi del PNRR su mense, tempo pieno e palestre”. Solo 2 bambini su 5 della scuola primaria hanno accesso al tempo pieno, emerge dal Rapporto. Meno della metà degli alunni della primaria e secondaria fruisce di una palestra e di una mensa. “Dall’analisi dei progetti Pnrr avviati fino a oggi – spiega poi l’organizzazione internazionale -, c’è il rischio che molte province italiane dove si concentrano le famiglie in condizioni socioeconomiche di svantaggio restino ancora indietro, senza ridurre le disuguaglianze” Save the children chiede quindi al Governo di definire e finanziare Livelli Essenziali delle Prestazioni (Lep) che garantiscano eque opportunità educative, a partire dall’accesso alla mensa e al tempo pieno nella scuola primaria, assicurando la gratuità del servizio mensa ai bambini in condizione di povertà “Ad oggi – afferma il Rapporto più specificamente -, poco più di un bambino su due della scuola statale primaria ha accesso alla mensa (55,2%) e solo il 10,5% nella secondaria di I grado, con profonde differenze territoriali. Se nelle regioni del Centro e del Nord si concentrano le province con oltre il 50% di accesso al servizio da parte degli alunni della scuola primaria e secondaria di I grado, con punte del 70% e oltre a Biella e Monza e della Brianza, fino al 91,3% della Provincia Autonoma di Trento, gran parte delle province del Sud sono sotto la media nazionale (che è del 36,9%, considerando sia scuole primarie che secondarie di I grado)”.