Può sembrare un paradosso ma non lo è. L’inflazione scende, a febbraio è ‘solo’ al 9,2%, ma la spesa costa di più, con la componente di fondo dell’indice che continua a salire. Cosa sta succedendo quindi ai prezzi al consumo? La risposta è nei dati dell’Istat e dice che la situazione sta migliorando grazie alla progressiva uscita dalla crisi dell’energia ma anche che l’impatto sul costo della vita, al contrario, continua a farsi sempre più consistente.
A febbraio, spiega l’Istituto di statistica, secondo le stime preliminari, si consolida la fase di rapido rallentamento dell’inflazione (scesa a +9,2%). La flessione è frutto dell’attenuazione delle tensioni sui prezzi dei beni energetici, sia della componente regolamentata sia di quella non regolamentata. Tuttavia, si mantengono le spinte al rialzo dei prezzi nel comparto dei beni alimentari, lavorati e non, dei tabacchi e dei servizi, tutti in accelerazione tendenziale. Come conseguenza di tali andamenti, si accentua la crescita su base annua della componente di fondo (+6,4%) e quella del cosiddetto ‘carrello della spesa’, che risale a +13,0%, dopo il rallentamento osservato a gennaio.
La sintesi che fa il Codacons è efficace. “Il calo dell’inflazione a febbraio è un dato illusorio dovuto unicamente alla rapida discesa dei beni energetici, mentre i prezzi del carrello della spesa e dei generi ad alta frequenza di acquisto continuano a salire, svuotando le tasche delle famiglie”.
I dati di oggi dicono che la discesa dell’inflazione è iniziata ma che il ritmo con cui andrà avanti e soprattutto le conseguenze del calo sull’economia reale, ovvero sul potere di acquisto delle famiglie, sono al momento variabili difficili da stimare.