In occasione della Giornata mondiale per l’eliminazione della violenza contro le donne, Solidarietà e Cooperazione CIPSI sostiene le dichiarazioni di alcune donne, con cui collabora ogni giorno per appoggiare le donne vittime di ogni tipo di violenza. Basta alla violenza contro le donne!
Patrizia Sentinelli, ex viceministra agli Affari Esteri e ora presidente di Altramente – Scuola per tutti (ente di accoglienza nel Servizio Civile Universale CIPSI), dichiara: “Non abbiamo finito di lottare e lotteremo. Ancora inquiete siamo in piazza contro la violenza alle donne. Le donne sono vittime, ma anche protagoniste della loro vita. Saremo in piazza contro tutte le violenze verso di loro in ogni paese del mondo, in ogni campo. Vogliamo nuova aria per respirare e aprire al desiderio di ognuna di noi, una cultura capace di contrastare patriarcato e discriminazioni di genere, spazi comuni da abitare per far germogliare relazioni, servizi da utilizzare, rinnovati dispositivi per fare affermare giustizia sociale e agire in libertà pratiche di partecipazione”.
Valentina Vangoni, responsabile progetti della Fondazione VISES (Socio CIPSI), afferma: “È necessario lavorare con le nuove generazioni, fin dai primi gradi dell’educazione per dare vita a una cultura del vivere comune basata sulla valorizzazione delle differenze, dell’ascolto e del rispetto reciproco, puntando a sollecitare l’attivismo e l’impegno di ciascuno, per dare vita a modelli alternativi a quelli convenzionali ancora basati su stereotipi di genere che minimizzano la violenza e deresponsabilizzano gli individui”.
Lorella Pica, direttrice dell’associazione Sulla Strada (Socio CIPSI), dichiara: “Ho imparato dalle donne maya che la forza per respingere la violenza e resistere al desiderio di violenza, la trovo nella natura. Dobbiamo essere unite, per non sentirci sole, e nel movimento circolare della natura, che genera energia, possiamo trovare la forza. Non soccomberemo, sappiamo che insieme possiamo rigenerarci e sanare le nostre ferite. L’obiettivo è senz’altro ritrovare la gioia di vivere”.
Patrizia Caiffa, giornalista professionista, Direttrice Responsabile di B-hop magazine, afferma: “Siamo sommersi di giornate mondiali che diventano puro momento celebrativo pieno di parole e dichiarazioni. Siamo stanche. Di fronte alla violenza sulle donne non ci basta più ascoltare e parlare, vogliamo fatti concreti: la prevenzione inizi dalle scuole, e continui per tutto l’arco scolastico, si estenda alla società civile che interviene nei territori, in tutti i centri aggregativi. Ognuno di noi, nella propria cerchia, non rimanga in silenzio quando si accorge di situazioni potenzialmente a rischio. Alle prime avvisaglie offra il proprio aiuto alle vittime per riconoscere che quello che stanno vivendo non è amore e fornisca indicazioni concrete per affidarsi a persone esperte e realtà specializzate”.
Amelia Rossi, responsabile comunicazione della Fondazione PerugiAssisi per la Cultura della Pace, dichiara: “Il contrasto alla violenza di genere non è solo una questione di civiltà e di rispetto dei diritti umani e delle leggi, ma rappresenta una sfida enorme sul piano culturale che dobbiamo assumerci tutte e tutti. Chiunque di noi ha stereotipi e pregiudizi che tendono a banalizzare la violenza maschile fino a non vederla. Per questo dobbiamo partire da noi, decostruire il pensiero omologato ed educarci al rispetto e alla cura delle persone”.
Anna Maria De Leonardis, Presidente di Oghogho Meye (Socio CIPSI): “Il rispetto non è un’opzione, ma è la base di ogni relazione umana. La violenza rappresenta sempre una ferita per tutta l’umanità e per questo è nostro dovere unirci per prevenirla, denunciarla e costruire una società fondata su parità, dignità e giustizia”
Laura Caffagnini, giornalista, Socia Osservatorio interreligioso sulle violenze contro le donne (Oivd), dichiara: “La violenza contro le donne, nelle sue molteplici forme, spesso elusive, è un danno anche per gli uomini. La forma di violenza maschile più spietata, dopo il femminicidio, è la prostituzione, uno stupro a pagamento che viola la sacralità dei corpi e l’unità mente-corpo-emozioni. La lotta per abolirla è un percorso ineludibile per la libertà e la dignità delle donne”.
MB