“Il tema dei salari è un tema sicuramente fondamentale e fa parte di quel set di cose che dobbiamo tenere presenti se vogliamo ribadire l’attrattività della pubblica amministrazione”. Lo ha detto il ministro per la Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo, rispondendo alle domande dei cronisti a margine del seminario “La formazione per lo sviluppo delle competenze e la valorizzazione del personale nella PA”, organizzato a Napoli dall’ Università Parthenope.
“Io ho lavorato con grande intensità in questi due anni – ha ricordato Zangrillo – intanto per garantire continuità ai rinnovi contrattuali, abbiamo stanziato risorse importanti sia nella precedente legge di bilancio quella del 2023 che quella del 2024, per 20 miliardi di euro proprio per far sì che il tema dei salari sia una delle priorità nella nostra agenda. Poi dobbiamo agire anche per cercare di utilizzare in modo corretto queste risorse”.
“Dobbiamo cercare di distribuire ricchezza – ha precisato il ministro – anche tenendo conto del merito e quindi dotarci di un sistema di gestione delle persone che sia capace di valorizzare il merito. Noi diventiamo attrattivi, abbiamo la possibilità di rendere il nostro posto di lavoro un luogo soddisfacente, un luogo desiderabile, se effettivamente facciamo attenzione alla gestione delle nostre persone, il che significa anche occuparsi dei trattamenti retributivi ed essere capaci di differenziare e quindi premiare le persone che meritano e naturalmente andare in soccorso di chi è più in difficoltà”. “Da questo punto di vista – ha concluso Zangrillo – stiamo lavorando concretamente, ho presentato 10 giorni fa in Consiglio dei ministri un disegno di legge che introduce degli elementi di grande novità nella gestione delle persone, proprio dal punto di vista del percorso di assegnazione obiettivi, di valutazione della performance e di premio del risultato”.
“Il tavolo con il MEF è un tavolo continuo. Adesso per esempio stiamo lavorando per cercare di ridurre la distanza che c’è tra i sistemi retributivi delle amministrazioni centrali e quelli degli enti locali”. E’ quanto ha affermato il ministro per la Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo, a margine del seminario “La formazione per lo sviluppo delle competenze e la valorizzazione del personale nella PA”, organizzato dall’Università Parthenope. “Abbiamo visto come negli ultimi 10 anni – ha aggiunto Zangrillo – si è allargata la forbice tra i trattamenti retributivi delle amministrazioni centrali e quelli degli enti territoriali e su questo stiamo lavorando. Anzi io spero, mi auguro che già nel decreto legge PA che andrà in discussione in Parlamento a metà di questo mese, ci possano essere delle novità da questo punto di vista”. “Col MEF – ha concluso il ministro – il lavoro è continuo, un lavoro molto intenso. Il lavoro sui salari è un lavoro che dobbiamo affrontare anche con un dialogo costruttivo con le organizzazioni sindacali, anche con i sindacati c’è un tavolo aperto che ha la finalità proprio di condividere un percorso che ci renderà sempre più efficaci nella gestione delle nostre persone”.
“A questi ragazzi noi dobbiamo raccontare quello che stiamo facendo per cercare di rendere attrattivo il nostro paese, abbiamo bisogno di convincere le nostre persone sulla possibilità di avere soddisfazione dal punto di vista dei loro sogni, delle loro aspettative restando nel nostro paese. E questo si realizza esattamente come stiamo facendo, cioè cercando di creare degli ecosistemi territoriali, dove l’Università insieme alla pubblica amministrazione e al sistema impresa costruiscono dei percorsi che rendano i posti di lavoro nel nostro paese appetibili”. Lo ha detto il ministro per la Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo, anticipando ai giornalisti i temi del suo intervento al seminario “La formazione per lo sviluppo delle competenze e la valorizzazione del personale nella PA”, organizzato dall’Università Parthenope. “Io sto cercando di interrompere una narrazione sulla Pubblica Amministrazione – ha precisato Zangrillo – che è assolutamente penalizzante, che la descrive come un’organizzazione obsoleta. Sto cercando di costruire invece un sistema attrattivo dove, attraverso la formazione, attraverso la possibilità di premiare i meritevoli, attraverso la capacità di attrarre le persone con dei sistemi di reclutamento moderni, le persone possano vedere la pubblica amministrazione come un luogo desiderabile dal punto di vista del benessere organizzativo”. “Quindi – ha aggiunto il ministro – ci sono tantissime cose che possiamo fare, anche in tempi molto stretti. In questi due anni abbiamo introdotto una serie di novità importanti che ci avvicinano all’idea di una pubblica amministrazione moderna, attenta alla necessità di creare le condizioni affinché i nostri giovani possano restare con noi e sviluppare esperienze importanti del nostro paese”.
“Noi dobbiamo sempre fare i conti con la realtà. Nel senso che viviamo un’epoca molto complessa. Le ricadute sulle complessità che stiamo vivendo sono significative dal punto di vista della tenuta del sistema economico e quindi è sempre una lotta tra quello che si vuole fare e quello che si può fare”. E’ quanto ha detto il ministro Paolo Zangrillo, rispondendo alle domande dei cronisti a margine di un seminario promosso dall’Università Parthenope, sottolineando che nella Pubblica amministrazione “avremo un ritmo di inserimenti che non sarà inferiore alle 150mila persone all’anno”.
“Quest’anno, con la legge di bilancio, avendo la necessità di nuovo di rispettare i parametri del patto di stabilità – ha precisato Zangrillo – abbiamo dovuto adottare una misura di contenimento del turnover che però abbiamo mantenuto nei limiti di un 25 per cento e soltanto per il 2025. C’è una grande sensibilità nel governo sulla necessità di rafforzare il nostro sistema istituzionale, quindi la nostra Pubblica Amministrazione. Sono fiducioso guardando al futuro, per quello che abbiamo fatto finora, le tante persone che abbiamo assunto negli ultimi due anni e anche in prospettiva, già nel 2025, ma anche negli anni a venire, avremo un ritmo di inserimenti che non sarà inferiore alle 150mila persone all’anno”. “Questo – ha concluso Zangrillo – ci consentirà da un lato di coprire il turnover e dall’altro di fare anche qualche incremento soprattutto nelle amministrazioni più in sofferenza e mi riferisco in particolare agli enti territoriali”.
“La pubblica amministrazione sconta un ritardo importante, perché abbiamo avuto 10 anni di blocco del turnover, dal 2009 al 2020 non ha assunto, perché la crisi finanziaria mondiale ha indotto i governi di allora a stringere la cinghia e quindi una delle decisioni che furono prese fu quella di bloccare il turnover. Il risultato di questa operazione è stata una perdita secca di risorse, trecentomila persone in meno e un incremento significativo dell’età media dei dipendenti pubblici che sono passati da 43 anni del 2009 a 51 anni e mezzo del 2021”. Ad affermarlo è stato il ministro Paolo Zangrillo, a margine di un seminario promosso dall’Università Parthenope a Napoli. “Siamo corsi ai ripari – ha aggiunto il ministro – abbiamo ripensato completamente le nostre procedure concorsuali. Nel 2020 il tempo medio di durata dei concorsi era di 780 giorni, più di 2 anni per assumere una persona nel pubblico impiego. Adesso con la digitalizzazione delle procedure, quindi attraverso l’utilizzo del digitale, abbiamo significativamente ridotto i tempi del reclutamento, siamo intorno ai 5 mesi. Questo ci ha consentito di assumere nel 2023 e nel 2024, 350mila persone”. “La buona notizia – ha continuato Zangrillo – è che di questi 350mila, quasi la metà hanno meno di 40 anni, quindi stiamo recuperando il terreno perduto. Certamente c’è ancora una situazione di affanno e soprattutto non dobbiamo dimenticare che nei prossimi 7 anni, quindi da qui al 2032, 2033, la pubblica amministrazione dovrà affrontare un processo di turnover molto importante, perché ci sono quasi un milione di persone che matureranno i requisiti per la quiescenza. Da qui la necessità di essere attrattivi, di creare un contesto che i giovani, le nuove generazioni possano considerare favorevole. Però devo dire che questi due anni, 2023-2024, ci danno delle buone indicazioni, abbiamo invertito la rotta, abbiamo ricominciato ad assumere con grande velocità e soprattutto stiamo un po’ modificando l’immagine della pubblica amministrazione avvicinandola alle best practices, quindi alle buone pratiche del privato”.