NAPOLI – “Avremo oltre il 10% dei consensi e Mario Draghi rimarrà a Palazzo Chigi”: così parlò Carlo Calenda, leader del Terzo Polo, poco prima di stringersi in una foto con gli altri due big della sua formazione, Mara Carfagna e Matteo Renzi. Il quale gli concede anche la fascia di capitano, ma non il divieto di battuta. Davanti a una sala congressi stracolma della Stazione marittima, nel giorno del suo onomastico, stuzzica i napoletani ricordando che è San Matteo è il Santo patrono di Salerno, leggi deluchistan. E che Matteo si chiama anche Salvini.
Ma tant’è. Appena sceso dall’auto, la frase ad effetto dell’ex premier è tutta rivolta verso Giuseppe Conte: “Vi dico chi deve votare Movimento 5 Stelle: chi vuole vivere di assistenzialismo e di sussidi. Se, al contrario, c’è chi vuole dei grandi investimenti sul Sud e su Napoli, veloci, senza troppa burocrazia e facendo le cose sul serio, allora, votate noi. Di certo non Salvini con la sua idea di autonomia differenziata e il suo atteggiamento antinapoletano. Di certo non il Pd che non sa dove sbattere la testa”.
Mara Carfagna la mette così: “Giuseppe Conte spera in un Sud eternamente povero, eternamente riconoscente nei confronti del Movimento 5 Stelle. Noi, invece, vogliamo mantenere il Reddito di Cittadinanza solamente per chi effettivamente non può lavorare, tutti gli altri devono essere formati anche da agenzie private e immessi nel mondo del lavoro, con un salario minimo a 9 euro”.
“Di Sud, in questa campagna elettorale, si parla solo in maniera strumentale. La Meloni, per dimostrare che è vicina alla sua gente, sceglie di chiudere a Bagnoli. Peccato, però, che quando si è trattato di votare la norma con la quale si è sbloccata la bonifica dando al sindaco Gaetano Manfredi la responsabilità del commissariamento, ha votato contro. Spero che qualcuno glielo ricordi venerdì. E peccato – conclude la ministra per il Mezzogiorno – che quando si trattava, in piena pandemia, di dare una mano al Paese, lei e il suo partito dei patrioti ha scelto di continuare a fare una opposizione strumentale”.