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Ancora dissesti stradali nella quinta municipalità di Napoli. Una piccola voragine si è aperta in via Pietro Castellino, all’Arenella. L’ennesima buca si è palesata nel primo pomeriggio. Immediate le ripercussioni sul traffico veicolare, già congestionato da analoghi precedenti. Qualcuno, nei pressi della voragine, ha collocato una cassetta della frutta vuota. Una mano pietosa, ma anonima, per scongiurare danni maggiori.

Ma non c’è pace per l’area collinare, perseguitata dalla sua fragilità. Sotto accusa, i controlli nel sottosuolo. Tre gli episodi avvenuti al Vomero. Prima il civico 113 di via Solimena, il 9 febbraio, con il cedimento della scala di uno stabile. Risultato: 12 appartamenti e 3 negozi sgomberati, tuttora inagibili. Poi il crollo stradale del 21 febbraio in via Morghen. Via dalle case circa 60 abitanti del civico 63, e un’altra decina del condominio di via Solimena 9. Rientreranno chissà quando.

Un altro sprofondamento, inoltre, c’è stato il 29 febbraio in via Kerbaker, all’altezza del civico 50. Senza contare la chiusura di via Beniamino Cesi, strada di collegamento tra via Gino Doria e via Gemito. Lì, la causa sono stati i problemi al manto stradale. Ora ha riaperto, ma spuntano nuove buche. Il Vomero Arenella è una coperta corta. E dinanzi all’ultimo cedimento Rino Nasti, capogruppo municipale di Europa Verde, punta il dito contro i “numerosi interventi da parte di aziende private, erogatrici di pubblici servizi”. Opere “spesso affidate a subappalti al risparmio”, con ditte “che evidentemente non effettuano lavori a regola d’arte“. Per questo va archiviata la prassi “dei tecnici comunali di ricordare ‘a memoria’ gli interventi fatti”. La soluzione, secondo Nasti, è “far partire immediatamente il catasto delle strade, o anagrafe degli interventi”.

Intanto, si susseguono le proteste. La rete sociale No Box – Diritto alla Città dà appuntamento ai residenti di via Morghen a giovedì 7 marzo (ore 10). Sul posto verrà proposto di continuare ad esercitare “una forte pressione civile e democratica”, nei confronti “delle Istituzioni assenti”. Chiunque sia stato costretto ad abbandonare casa e/o attività commerciale, è invitato a formulare una serie di richieste. Dalla sistemazione in strutture alberghiere alla istituzione di una Ztl a San Martino, passando per la messa in sicurezza della zona, e a monitoraggio ed interventi di condotte idriche, fognarie e ai sottoservizi. Per finire con l’impegno a non eseguire alcun tipo di scavo in zona, che “possa comprometterne l’assetto idrogeologico”. Auspicando di ricevere celere risposta.