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Da Capodimonte al Centro Storico, dal Vomero all’Arenella fino alla periferia nord, passando per la zona ospedaliera. La mappa dei disagi, per i sorvoli aerei, quartiere per quartiere. Un documento del Comitato No Fly Zone denuncia ancora “criticità estreme“. Fino alla richiesta di “limitazioni operative” ai voli di Capodichino.
Un appello via pec a sindaco e presidenti di Municipalità: “Devono dichiarare le loro intenzioni o con i cittadini o con il gestore Gesac. Gli amministratori della città sono responsabili della salute, del benessere e della qualità di vita dei cittadini”. Si ravvisa “la necessità di un intervento da parte delle Municipalità, in particolare della II, III, V, VII ed VIII – scrivono Stefania Cappiello, presidente del comitato, e Antonio Di Gennaro, delegato di Assoutenti Campania Mobilità – affinché le autorità preposte, Enac, il Ministero delle Infrastrutture e la Regione Campania possano trovare una risoluzione, in virtù della pressione che i cittadini subiscono con l’aumento dei voli sulla città“.
Secondo il comitato, “nel corso degli ultimi anni Capodichino ha registrato incrementi significativi sia in termini di passeggeri, ma soprattutto per il numero dei movimenti“. I problemi rilevati: “Inquinamento acustico, inquinamento atmosferico e il senso di paura che incutono gli aerei sorvolando a bassissima quota molti edifici della città“.
Nell’area tra Capodimonte e Centro Storico Unesco, i residenti “subiscono particolarmente gli effetti delle rotte di decollo per pista 24 dalle ore 06,00 del mattino fino alle ore 23,00 (salvo ritardi, che sono diventati la norma con decolli fino a notte tarda oltre la mezzanotte)“. Gli abitanti “segnalano un frastuono incessante e in talune zone, vista la vicinanza degli aerei, alcuni registrano anche odori anomali di sostanza volatili (ricordiamo che gli aerei bruciano Kerosene, il carburante Avio)“. Ancora, i cittadini “lamentano passaggi aerei a distanza di 3 minuti e a volte anche meno, in fase di decollo la procedura antirumore prevede una virata a sinistra verso il mare”.
Nel triangolo Vomero-Arenella-Capodimonte, invece, i residenti “sono interessati dalle rotte di atterraggio per pista 06 (ricordiamo che Capodichino è dotata di un’unica pista e a seconda del verso di utilizzo viene denominata 06 o 24)“. In questo caso, “a differenza dei decolli che hanno una dispersione laterale, la rotta di atterraggio è predeterminata in quanto i piloti con la strumentazione Ils, in un corridoio predefinito, sorvolano i palazzi a distanze che oscillano tra i 300 mt e i 250mt a circa 6km dalla testata pista, salvo registrare sulla reggia di Capodimonte che dista circa 3 km i sorvoli a circa 100 mt“. Tale circostanza, si spiega, “crea molto turbamento nei cittadini che oltre a patire il rumore e l’inquinamento atmosferico, sono sorvolati da aerei rasenti i palazzi e in punti ben definiti subendo anche 170-180 atterraggi giornalieri“.
Molti esempi sono stati segnalati al comitato “dai genitori e dagli allievi della scuola elementare 84 circolo Via E.A.Mario, la scuola Nicolardi- D’Ovidio e la Minucci“. Da verifiche eseguite “sulle documentazioni disponibili – sottolinea No Fly Zone –, effettivamente Capodichino è autorizzato, come unico aeroporto d’Italia con una sola pista ad operare 30 mov/h, vuol dire che i cittadini al di là dell’evidenza registrata, temono la “crescita infinita” dei movimenti“. Basti pensare “che l’aeroporto è in esercizio dalle ore 06,00 fino alle 23,00 per ben 17 ore, ciò vuol dire che potenzialmente, rispetto ai 400 movimenti giornalieri registrati in estate, Capodichino può esprimere 510 movimenti al giorno, di cui la metà sulla città di Napoli“. Urgente la richiesta di aiuto. Per assorbire parte del traffico di Capodichino, si invoca anche il recupero dello scalo di Grazzanise. Un progetto accantonato anni fa.