Scontri tra manifestanti e agenti di Polizia in assetto antisommossa si sono verificati poco fa alla fine di via Toledo, a Napoli. I giovani manifestanti hanno provato a oltrepassare il cordone di sicurezza per arrivare al teatro San Carlo, con l’obiettivo di contestare il concerto in programma per i 75 anni della Nato.
Al momento gli scontri, durante i quali le forze di polizia hanno usato i manganelli per fermare i manifestanti, si sono conclusi. Tre giovani, con il viso insanguinato, si sono rifugiati in un vicolo. Il resto di loro, con bandiere e striscioni contro la Nato, si è fermato e sta urlando al megafono le ragioni della protesta, mentre il cordone di sicurezza presidia la strada per impedire l’arrivo del piccolo corteo – i manifestanti sono alcune decine – al San Carlo.
“Attivisti disarmati oggi sono stati spinti, manganellati con violenza, bloccati dalle forze dell’ordine in assetto anti sommossa: i signori della guerra, per la Questura di Napoli e per il dispositivo di sicurezza imposto alla città, non devono essere disturbati da chi prova a dire che se si vogliono costruire processi di pace reali per prima cosa bisognerà fare tacere le armi”. Così i manifestanti anti-Nato e pro-Palestina il cui corteo, diretto al teatro San Carlo che ospita un concerto per i 75 anni dell’Alleanza, è stato fermato da un cordone di Polizia in assetto antisommossa che ha risposto ai tentativi di sfondamento dei manifestanti usando anche i manganelli.
“Riteniamo che la responsabilità politica delle manganellate contro studenti e studentesse sia tutta del sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi. Permettere alla macchina di morte più grande della contemporaneità di godersi uno spettacolo teatrale in uno dei simboli della cultura della città, mentre nel mondo risuona il fragore delle bombe è per noi irricevibile e contradditorio per una città che si definisce di pace”, sostengono i manifestanti.
“Tuttavia non ci arrenderemo e contro la guerra globale e gli scenari ad essa collegati che la Nato foraggia economicamente prima e politicamente poi torneremo nelle strade: il 19 aprile alle 09.30 a piazza Garibaldi ci sarà lo #StrikeforPalestine nell’ambito dello sciopero globale per il clima indetto da Fridays For Future, e in quella giornata andremo a dire ai ministri degli esteri – riuniti per l’ultima giornata di lavori del G7 sull’isola di Capri – che per la guerra ed i complici del genocidio in Palestina dalle nostre parti non c’è posto”, concludono.