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La mostra, a cura di Rita Scartoni e Vittorio Ragone, è prodotta dalla Fondazione Cives/Mav di Ercolano con la Fondazione Alinari per la fotografia e in collaborazione con la web-rivista Foglieviaggi, nell’ambito del “Progetto per un sistema regionale integrato di offerta culturale e naturalistica”, finanziato dalla Regione Campania.

E’ il racconto del Vesuvio, Il formidabil monte, e del suo territorio circostante attraverso gli scatti fotografici d’autore, attinti dal grande giacimento di immagini e di storie che sono oggi l’Archivio Alinari. Un percorso straordinario articolato in due sezioni di ben 58 opere. La prima, Il Vesuvio – tra fotografia del Grand Tour e sperimentazione, esplora per sintesi il panorama culturale di un’epoca, l’elaborazione di modelli iconografici in un periodo di grande interesse e richiesta di fotografie come souvenir di viaggio. La seconda, Eruzioni, racconta l’altra faccia del Vesuvio, quella minacciosa e distruttiva, con gli effetti devastanti della sua collera su cose e persone, attraverso un tipo di fotografia che, sempre più alla portata di tutti, si pone obiettivi di racconto, di documentazione di fatti e di emozioni. L’esposizione attraversa il periodo dalla seconda metà dell’800 alla prima metà del ‘900, fino all’eruzione del 1944. Chiudono il percorso due foto più recenti: una foto Alinari del 1997 che riproduce il cratere del Vesuvio e una foto del 2016 del fotografo Massimo Sestini che, con i suoi servizi realizzati nel 2016 dagli elicotteri della polizia di Stato, ha creato un nuovo modo di raccontare i maestosi orizzonti italiani.

Il progetto fa parte di Campania Cultura, il primo ecosistema digitale, realizzato in Italia dalla Regione Campania, con la collaborazione della SCABEC di cui una delle linee d’azione è il programma ARCCA – Architettura della Conoscenza Campana, con l’obiettivo di riunire in una sola piattaforma digitale tutto il patrimonio culturale regionale.

“Raccontare il Vesuvio è forse il modo migliore per unire memoria e futuro. – ha affermato Luigi Vicinanza, Presidente della Fondazione CIVES/MAV di Ercolano – Il destino di una città, di una comunità si fonda anche sulle suggestioni. Questa mostra me ne fa immaginare una che potrebbe intestarsi il nome di “Vesuvio valley”. La nostra California. Cultura umanistica e innovazione tecnologica fuse insieme per creare nuovi saperi e per trasformare l’area metropolitana in un luogo di ricerca avanzata, con la speranza e l’ambizione di sanare grossi divari. In quanto la produzione culturale partenopea sta attraversando un momento particolarmente felice. Il successo dei film e delle fiction ci fanno sognare Napoliwood. Ma è forse solo l’aspetto più evidente dello stato di grazia di una ri-nascente industria del sapere.  La contaminazione tra intelligenza artificiale e intelligenza umana in chiave napoletana è in grado di accompagnarci nella rivoluzione digitale con spiccata originalità.” Dal canto suo il Presidente dell’Ente Parco del Vesuvio, Agostino Casillo, ha aggiunto: “Sono estremamente felice che il Museo del Parco del Vesuvio ospiti una mostra di così alto livello, peraltro dedicata alla nostro formidabil monte, il Vesuvio, con circa sessanta fotografie dell’Archivio Alinari, che ne raccontano la storia più recente. Una straordinaria occasione questa, che non solo arricchisce l’offerta turistica della zona, ma fa si che il Museo diventi ancor più un laboratorio culturale aperto e integrato al territorio”. Mentre il Consigliere regionale, Mario Casillo, nel ricordare il grande impegno della Regione alla nascita del Museo del Parco del Vesuvio, ha ribadito: “Per questo territorio il Museo non è un punto di arrivo ma un punto di partenza per la sua rinascita. Nell’arco di pochi chilometri abbiamo, senza dubbio, la più alta concentrazione al mondo di beni archeologici e di bellezze paesaggistiche. Il Vesuvio e il suo territorio è un unicum che va valorizzato al meglio. Dobbiamo unire le nostre migliori energie per far crescere l’offerta del territorio, sviluppando al contempo la nostra rete di accoglienza turistica per renderla competitiva con gli standard europei. Abbiamo cose uniche al mondo che non siamo stati capaci di valorizzare fino in fondo. Lo sviluppo del settore “turismo” non è né semplice, né veloce e prevede che tanti fattori confluiscano sull’ottima riuscita dell’impresa.”.

La mostra rimarrà in cartellone fino al 6 gennaio 2023 e sarà visitabile nei giorni di apertura del Museo, il venerdì, il sabato e la domenica dalle ore 10.00 alle ore 16.00.