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Quarantacinque associazioni, decine di cittadini aderenti a titolo personale, sei punti considerati cruciali. Sono gli Stati generali del verde a Napoli, pronti a lanciare l’allarme sul green cittadino, e a scendere in piazza. “La disastrosa condizione del verde pubblico a Napoli – scrivono – è sotto gli occhi di tutti, tranne quelli degli amministratori della cosa pubblica”. Una prima affollata riunione ha tenuto a battesimo l’iniziativa. Il 26 ottobre (ore 11) è indetto un presidio a Palazzo San Giacomo. “Abbiamo scritto già due pec al Sindaco – spiegano – chiedendo di incontrarlo – il problema è talmente grave che va assunto direttamente in capo al primo cittadino -, ma non abbiamo ricevuto alcuna risposta, se non un semplice ‘inoltro’ del nostro documento al Servizio “ambiente””.

In campo ci sono nomi storici delle lotte ambientaliste. Tutti convinti della gravità della situazione. Talmente allarmante da indurre sigle diverse a riunirsi, ed a sottoscrivere un manifesto del verde. Il documento indica 6 punti “iniziali e fondamentali per scrivere una nuova pagina su questo tema in città”. Tra i problemi più urgenti, si elencano “il succedersi ed il sommarsi di alberi crollati e fossette vuote, aiuole incolte e senza manutenzione, parchi chiusi”. Puntando il dito contro l’amministrazione comunale, si bolla la politica del verde come “assente ed indifferente al cambiamento climatico ed alle sue nefaste conseguenze”. Gli episodi di cronaca, recenti o meno, lo testimonierebbero. “Il verde pubblico sia orizzontale che verticale di Napoli – sostengono – ormai soffre di una crisi di mancanza di cure che sta diventando irreversibile, in controtendenza a quanto avviene in tutte le metropoli europee”. La città sta vivendo un rapporto complicato con l’ecologia. Tanti residenti invocano gli alberi, arma decisiva per contrastare l’eccesso di anidride carbonica in atmosfera. Ma oggi sono il simbolo di un malcontento diffuso. “Gli alberi sono quasi tutti in condizioni precarie – sottolineano gli Stati Generali -, alcuni sono malati, altri hanno subìto danni da potature sbagliate che hanno determinato gravi problemi sia alla loro crescita sia alle persone che ci abitano vicino“. Sotto accusa “le cattive potature”. Secondo gli ambientalisti, “spesso sono state la causa delle loro malattie fungine e delle loro cadute improvvise”. E come non bastasse, “quando cadono o vengono abbattuti quasi mai vengono sostituiti”.

C’è poi una questione culturale. “Un deficit diffuso” dicono. “Voluto ed alimentato ai livelli istituzionali che – attaccano le associazioni – , ambiguamente, professano il “verde” ma agiscono in senso contrario (vedi Bagnoli)”. Risultato: anche i comuni cittadini “hanno perso la capacità di riconoscere i tanti benefici che gli alberi sani producono per la città”. Al punto da viverli come ostacoli da rimuovere, “vedi parcheggi, cementificazioni, ecc.”. Non si citano, invece, i loro benefici ecosistemici: la produzione di ossigeno, l’eliminazione di CO2 dall’atmosfera, l’assorbimento di polveri sottili cancerogene sia da 2,5 che da 10 micron, l’assorbimento dell’acqua piovana e la depurazione della stessa prima che arrivi alla falda. “Senza dimenticare – avvertono – la capacità di ridurre il dissesto idrogeologico che tanti danni ha causato alla nostra città”. Della quale ci ricordiamo sempre troppo tardi.

I SEI PUNTI DEGLI STATI GENERALI

Gli Stati generali del verde chiedono “una svolta chiara da parte dell’amministrazione per poter produrre la necessaria inversione di tendenza”. La sterzata dovrebbe basarsi su questi sei punti:
1) approvazione immediata del regolamento del verde oramai completato, così come progettato dal confronto con le associazioni che si occupano di ambiente.
2) censimento di tutti gli alberi di Napoli e pubblicazione online sul sito del Comune di Napoli in modo che sia visibile a tutti i cittadini.
3) applicazione della convenzione di Arhus sulla trasparenza nelle azioni che le amministrazioni fanno sul verde pubblico e privato. È necessario che ogni azione – sia di potatura e ancor più di abbattimento – venga preventivamente annunciata almeno un mese prima, sul sito del Comune di Napoli, con le motivazioni allegate e, in riferimento al verde pubblico, concordate con i cittadini e le associazioni del territorio interessato.
4) utilizzo immediato dei fondi di reparto della Citta Metropolitana (5.000.000 euro) non solo per la sostituzione e la piantumazione degli alberi all’interno delle fossette che ne sono prive e/o risultano tombate, ma destinate anche alla riconfigurazione di strade e spazi pubblici impiantando masse di verde nelle strade, che restituiscano decoro e vivibilità alla nostra città. Tale messa a dimora deve essere preceduta da una accurata analisi per la scelta della pianta più adeguata.
5) necessità di monitorare la preparazione degli operatori sul verde pubblico, prevedendo corsi di formazione ad hoc, che ad oggi è estremamente carente. La scarsa o inesistente esperienza durante queste lavorazioni, comporta molto spesso il danneggiamento di alberi e piante che sono la causa delle patologie. Il Comune di Napoli nel provvedere alla messa a dimora di nuovi alberi/essenze deve garantire la loro irrigazione compatibilmente con la specie ed il periodo climatico ed alla loro sostituzione in caso di irreversibili ammaloramenti.
6) i parchi di Napoli soffrono ancor di più la crisi di cui abbiamo parlato e malgrado tutto sono comunque una valvola straordinariamente importante per tutta la cittadinanza: per cui urge utilizzare i 12 milioni dei fondi di reparto della società metropolitana per rendere immediatamente fruibili i parchi dalla popolazione.

CHI ADERISCE AL MANIFESTO DEL  VERDE

Acmè Napoli, A.D.A. associazione donne architetto, Arrevuoto teatro e pedagogia, Associazione Animal day Napoli APS, Associazione Claudio Miccoli, Associazione De Bustis, Associazione Napoli libera in movimento, Associazione Parco Viviani , Associazione WAU, Assoutenti , Chi rom e…chi no, Cittadinanza attiva in difesa di Napoli, Comitato di tutela ambientale,  Comitato No fly zone, Comitato per la tutela del Parco Mascagna, Comitato San Martino , Comitato vivibilità cittadina, Comitato Vomero , Comitato Vomero Arenella, Corpo italiano S. Lazzaro gruppo Napoli, CPRS Soccavo, Federazione Commerciale Campania, FIAB Napoli cicloverdi, Friday for future , Gaiola Onlus , Gazebo Verde , GEA ETS , Gente Green aps, Gentle green events, Giardino liberato, Greenpeace gruppo locale Napoli, GRIDAS, I.S.D.E. Napoli, Italia Nostra, Kumpania srls, Legambiente Napoli centro antico, Legambiente Parco letterario Vesuvio, Let’s do it! Italy, Medicina Democratica, Moss ecomuseo Scampia, N’sea Yet, NU.RIGE, Ponti tra quartiere e vallone aps, Progetto Napoli, Rete sociale nobox – diritto alla città, Rigenera Campania, Terra Vestra, Unità delle sinistre, VAS Napoli, WWF Napoli ETS

Giuseppe Aggressore, Riccardo Aggressore, Diana Aponte, Piera Apicella, Luigi Aprea, Maria Grazia Benigno, Luciano Bezzi, Luciana Camaggio, Giorgio Campo, Clarissa Campodonico,  Guido Caridei, Valerio Carudo, Domenico Ciruzzi, Elena Coccia, Wanda D’Alessio, Patrizia De Angelis, Luciano De Blasio, Annamaria Di Costanzo, Francesca Dolei, Ettore Donadio, Annalisa D’Orio, Stefano Federici, Antonio Gallo, Silvana Giannotta, Carlo Iannello, Maria Izzo, Nicola Lamonica, Domenico Lombardi, Mirella La Magna, Angelo Laurino, Elisabetta Manzo, Carlo Maresca, Fabiana Martone, Anna Mattace Raso, Massimo Mollo, Maurizio Montalto, Casimiro Monti, Daniela Morante, Marì Muscarà , Luca Musella, Alfonso Napolitano, Giuseppe Nasti, Rosario Nasti, Maria Rosaria Pugliese, Monica Ricci, Pierpaolo Roselli, Enzo Russo, Gioia Russo, Massimo Savino, Riccardo Scognamiglio, Patrizia Vittoria

Maurizio Capone – musicista; Ruben D’Agostino – artista civico.