Portici (Na) – Secondo gli inquirenti prestavano denaro con tassi di interesse oscillanti tra il 20 e il 75% le quattro donne destinatarie un’ordinanza di custodia cautelare in carcere eseguita dai carabinieri a Portici, in provincia di Napoli, per le accuse, a vario titolo, di associazione per delinquere dedita all’usura e all’estorsione. Il provvedimento, eseguito dai Carabinieri della Compagnia di Torre del Greco, è stato emesso dall’Ufficio del Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Napoli, su richiesta della Procura della Repubblica partenopea. L’indagine, svolta dai Carabinieri della Stazione di Portici, è partita a seguito della denuncia di un cittadino e ha consentito di mettere in luce una fitta rete di prestiti usurari di somme di denaro comprese tra i 200 ed i 1000 euro circa che le vittime richiedevano, in alcuni casi, per far fronte a gravi difficoltà economiche quali il pagamento dell’ affitto di casa, in altri casi, per fare fronte a debiti di gioco. Le donne raggiunte da misura cautelare, secondo l’accusa, avrebbero dato vita ad un’associazione dedita a prestiti usurari per decine di migliaia di euro alle quali sono seguite richieste estorsive, perpetrate attraverso gravi minacce, finalizzate a costringere le vittime al pagamento. Nel corso di perquisizioni è stata sequestrato una sorta di libro mastro, documentazione relativa a possibili prestiti elargiti, che adesso è attualmente al vaglio degli inquirenti.
E’ composta da una madre e dalle sue tre figlie l’associazione a delinquere finalizzata all’usura e alle estorsioni sgominata oggi dai carabinieri di Torre del Greco (Napoli), al termine di indagini coordinate dalla Procura di Napoli ed eseguite dai militari di Portici.
Tra le vittime c’era chi si rivolgeva alle quattro donne per pagare il fitto di casa a fine mese, ma anche per saldare debiti di gioco o per acquistare il computer al figlio. A mamma e figlie chiedevano soldi pure persone in particolare stato di indigenza, anche solo per fare la spesa di beni alimentari.
Determinante per l’attività investigativa, dei carabinieri di Portici, sono state le intercettazioni ambientali grazie alle quali sono venute alla luce una quindicina di episodi, tutti contestati alle indagate.
Le vittime sarebbero state poi sottoposte a continue pressioni finalizzate a spingerle a restituire i debiti contratti con tassi usurai, con minacce via cellulare accompagnate da pedinamenti per intimidirle.