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“Unci AgroAlimentare incassa un risultato storico nel settore della mitilicoltura in Campania, grazie alla tenacia e alla forza dei propri cooperatori e dei rappresentanti dell’associazione nell’area flegrea, Pietro Chiaro e Fabio Postiglione, che per la prima volta in assoluto sono riusciti a dare il via ad una sinergia tra le più importanti realtà del comparto”. Così Gennaro Scognamiglio, presidente nazionale dell’Unci AgroAlimentare.

Si tratta di un obiettivo strategico – ha proseguito il numero uno dell’associazione di categoria del mondo cooperativistico – per il rilancio delle attività del territorio, sempre più colpite da problemi strutturali e congiunture sfavorevoli. E’ da quasi 50 anni, infatti, che nell’area flegrea, ed in particolare a Bacoli, la mitilicoltura ha dovuto fronteggiare una serie di difficoltà ed è stata fortemente limitatata da ostacoli di varia natura. Quando, verso la metà degli anni Settanta, fu autorizzata la ripresa delle attività, dopo che gli impianti di allevamento esistenti erano stati distrutti a seguito dell’epidemia di colera del 1973, furono individuati due specchi d’acqua, denominati  “Campo  B”  e “Campo C”, che però risultavano insuffcienti  rispetto alle numerose richieste degli operatori locali. Le concessioni rilasciate prevedevano estensioni degli allevamenti non idonee a garantire attività competitive. Una scelta comprensibile sotto il profilo sociale, perchè consentiva la ripartenza per tutte le realtà locali del settore, ma che penalizzava fortemente gli operatori, determinando gravi conseguenze in termini di sostenibilità economico-finanziaria delle imprese, attenuate soltanto dalla gestione familiare delle stesse. Nel corso del tempo la concorrenza degli operatori titolari di concessioni in altri Comuni ha reso sempre più complicato,per gli allevamenti di Bacoli, riuscire ad andare avanti. Senza contare il caos burocratico ingenerato dalla situazione, tanto che nel 2012 l’amministrazione comunale ha avviato una parziale razionalizzazione delle concessioni demaniali, senza però riuscire a mettere ordine nelle procedure.  Un ulteriore aggravamento del problema, si è poi registrato con l’emergenza Covid e con il caro-prezzi provocato dal quadro geopolitco internazionale, dagli effetti del conflitto in Ucraina e dalle speculazioni scaturite”.

Ecco perchè – ha concluso Scognamiglio – l’iniziativa intrapresa dagli operatori della cooperazione e dall’Unci AgroAlimentare, che hanno chiesto al Comune di Bacoli l’accorpamento virtuale, in un unico titolo concessorio, dei diversi specchi acquei in gestione alla stessa impresa, costituisce un fondamentale passo in avanti, che consente di scrivere una pagina nuova e più florida per la mitilicoltura della zona. Una svolta che rappresenta anche un modello virtuoso a cui guardare, in una logica di riordino generale del comparto, rispondendo a criteri di corretta e libera concorrenza, incentivando così le imprese ad offrire prodotti di qualità, al miglior prezzo possibile”.