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Torre del Greco (Na) – È agghiacciante ed inaccettabile quanto accaduto a due giovani della nostra comunità cittadina. La violenta e prematura morte di un ragazzo, figlio del nostro territorio, brutalmente sottratto all’affetto dei suoi genitori e della sua famiglia, e il ferimento dell’amico colpito con efferatezza inaudita, lascia sconcerto, rabbia e indignazione in ognuno di noi”. Sono le parole del sindaco di Torre del Greco (Napoli), Giovanni Palomba, nel commentare l’uccisione di un diciannovenne, accoltellato a morte nella zona del quartiere Leopardi.
Sono profondamente amareggiato, da padre e da rappresentante delle istituzioni. A nome della città tutta esprimo la più ferma condanna verso azioni di tale natura e verso ogni forma di violenza, in particolar modo quella giovanile, che non può trovare alcun fondamento ed alcuna giustificazione, nonché, profonda vicinanza alle famiglie colpite da questa assurda vicenda. Non è immaginabile che un innocente abbia dovuto pagare al prezzo della propria vita la piacevolezza e la tranquillità di un momento di svago in compagnia. È quanto mai necessaria una riflessione seria ed attenta sull’educazione dei nostri giovani e soprattutto sugli atteggiamenti di sincero disagio sociale che continuamente si manifestano, tale che parta di concerto da tutte le forze positive e proattive della nostra città. Sono pienamente fiducioso nel lavoro continuo degli Inquirenti”, aggiunge.

Assurdo, non si può morire così. Troppa violenza c’è in giro e sono sempre di più i giovanissimi coinvolti in questi episodi, come vittime e come carnefici, scatenati da futili motivi. Noi chiediamo per questi violenti ragazzini delle pene severissime ma c’è bisogno di una rimodulazione delle normative”. Lo sottolinea, in una nota, il consigliere regionale di Europa Verde Francesco Emilio Borrelli che così interviene sull’omicidio di un 19enne, ucciso a coltellate da due minori alle giostre di Torre del Greco, in provincia di Napoli, dopo una lite.
Per Borrelli “chi commette un omicidio non può passare qualche anno in comunità per poi essere libero, mentre le famiglie delle vittime vengono dimenticate ed abbandonate: deve finire in galera e pagare per ciò che ha fatto“, conclude il consigliere regionale.