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“Ha usato la sua auto come un’arma, per uccidere mia figlia, e per questo invoco i magistrati affinché non venga consentito a questo assassino di patteggiare la pena”. Non ha più lacrime da versare Gianfranco Morra, padre di Lucia Morra, investita e uccisa in via Terracina a Napoli, la notte tra il 29 e il 30 settembre 2023. Lucia era in sella a uno scooter guidato dal suo amico Francesco quella notte: entrambi stavano tornando a casa quando una vettura sportiva lanciata a tutta velocità contromano ha spezzato le loro giovani vite. Alla cui guida, malgrado fosse sotto l’effetto della droga, c’era un ragazzo che in primo grado è stato condannato a dieci anni di carcere. Il video dell’impatto, ripreso dalle telecamere di un sistema di videosorveglianza e annesso agli atti, mette i brividi e domani, davanti seconda sezione della Corte d’Appello di Napoli, c’è attesa per l’inizio del processo di secondo grado.

“Se in Appello questa condanna, che già ritengo troppo lieve, – dice in lacrime il padre di Lucia – dovesse essere ridotta o, peggio ancora, se fosse consentito un patteggiamento, si darebbe un messaggio gravissimo: che la vita di due ragazzi vale poco, che chi guida drogato e ubriaco, uccidendo, può cavarsela con pochi anni di carcere o addirittura con una pena ridicola”. “Mia figlia e Francesco non ce li restituirà più nessuno”, prosegue l’uomo che con la sua famiglia non ha mi smesso di lottare per avere giustizia, “e per questo chiedo alla magistratura di non voltare le spalle alla verità, di non permettere che la giustizia venga umiliata”. Morra, poi, si rivolge ai cittadini, “non rimanete in silenzio di fronte a questa possibilità: se oggi chi uccide per strada viene perdonato, domani potrebbe toccare a un altro figlio, un altro fratello, un altro amico”.