Tempo di lettura: 2 minuti
Il giudice per le udienze preliminari di Napoli Federica De Bellis, accogliendo le richieste della Procura di Napoli (pm antimafia Giuseppe Cimmarotta) ha inflitto l’ergastolo agli imputati Paolo Carolei, Antonio Lucchese e Catello Romano, accusati, a vario titolo, di avere organizzato e di essere stati gli esecutori materiali di diversi omicidi di camorra nel Napoletano.
Lo stesso giudice, sempre su richiesta dello stesso pm, ha rinviato a giudizio il boss Vincenzo D’Alessandro e l’altro imputato Sergio Mosca a cui la Dda contesta di essere i mandanti dell’omicidio del consigliere comunale del Pd di Castellammare di Stabia (Napoli) Luigi Tommasino, assassinato il 3 febbraio 2009. Un omicidio, quello del consigliere comunale, che ha già visto le condanne dei sicari ma il cui movente è ancora avvolto nel mistero.
Tra gli assassinii per i quali sono stati condannati Carolei, Lucchese e Romano figura anche quello di Carmine D’Antuono, che a Gragnano, nel Napoletano, vide nella veste di killer Romano. Quest’ultimo però durante l’agguato uccise anche l’innocente Federico Donnarumma. In questo processo si sono costituti parte civile e hanno ottenuto i risarcimenti i familiari di Donnarumma, la Fondazione Polis e il Comune di Castellammare di Stabia.
Inflitta anche una condanna a 30 anni per il collaboratore di giustizia Salvatore Belviso, a cui è stata riconosciuta l’attenuante della collaborazione. Condanne anche per i pentiti Raffaele Polito e Renato Cavaliere, rispettivamente a 19 e 16 anni di reclusione che, con Romano, fecero parte del commando che uccise Tommasino.