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Le operazioni della Gdf sono in corso nelle province di Milano, Ferrara, Monza Brianza e Napoli, anche col supporto “del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata (Scico) della Guardia di Finanza e delle unità cinofile”.  Stando alle indagini, “gli ingenti flussi di prodotti gestiti dall’organizzazione venivano regolarizzati attraverso false fatturazioni emesse da imprese di comodo, così da celarne la provenienza illegale e deresponsabilizzare formalmente gli amministratori delle aziende di stoccaggio cessionarie, invece pienamente consapevoli dell’origine illecita della merce”. E i pagamenti delle fatture, scrivono i pm, “venivano trasferiti su conti correnti esteri, anche cinesi, attraverso ulteriori flussi di false fatturazioni, per inibirne l’agevole tracciabilità”.   Agli atti intercettazioni, pedinamenti, “monitoraggio mediante Gps degli spostamenti dei mezzi utilizzati per il trasporto dei rifiuti ferrosi, installazione di telecamere su pubblica via e accertamenti bancari”.  Sono state individuate “oltre 51 società tra cartiere e ‘filtro’ italiane che, nel periodo di indagine, hanno emesso fatture per operazioni inesistenti nel settore del commercio all’ingrosso di metalli per oltre 320 milioni di euro a favore di imprenditori compiacenti” delle province di Milano e Ferrara.  In corso anche perquisizioni con l’uso di “due unità cinofile ‘cash dog'” per la “ricerca di contanti”.